domenica 12 aprile 2009

Mi dispiace per l'Abruzzo ma...

Come a tutti gli italiani, credo, dispiace immensamente per ciò che è successo in Aruzzo. Il terremoto che ha distrutto L'Aquila e i paesi limitrofi, causando circa 300 morti e migliaia di feriti, è un disastro che sarà per anni ed anni ricordato.
Giustamente stampa e TV ci stanno tenendo informati su cosa accade e ci spiegano come aiutare le decine i migliaia di persone che si trovano senza casa e, magari, con familiari o amici deceduti, feriti o dispersi.
Bisogna però anche dire che la cosa sta monopolizzando un po' troppo l'informazione o, sarebbe meglio dire, lo fa nella maniera sbagliata. Tutti vedono nei servizi dei TG giornalisti zelanti lanciarsi verso il pover'uomo o la povera donna, magari in lacrime, facendo domande sciocche quanto offensive come "Ha sentito il terremoto?", "Ha avuto paura??", "Adesso come si sente?", "Ma come mai sta dormendo in macchina?", "Ah, oggi non ha mangiato niente?!...Come mai? Non aveva fame?".
Bene ha fatto il Presidente della Repubblica Napolitano, qualche giorno fa, a mandare letteralmente a quel paese i giornalisti ed altrettanto giustamente oggi ha ricordato il fatto il Presidente della Camera Fini, aggiungendo che lui non sarebbe stato "altrettanto diplomatico".
Questi atti di sciaccallaggio mediatico francamente mi disgustano.
E' proprio questo tipo di giornalismo che disincentiva la popolazione ad informarsi, che allontana la gente da una sana curiosità verso ciò che accade nel mondo. La nostra è una televisione di tragedie spiattellate in prima serata da Bruno Vespa, di Reality Show e di Tolk Show in cui lo spettacolo sono i litigi e le zuffe; una televisione in cui per diventare qualcuno basta non saper fare pressochè niente. "Vieni bella ragazzina, perchè non partecipi?! Basta che scopri gambe e tette, fai un po' la maiala, sfoggi la tua abissale ignoranza, litighi con chiunque ti sia attorno e vedrai che sarai famosa e piena di fan."

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