lunedì 23 novembre 2009

Ammiro il coraggio di Saviano ma non si schieri in politica (lettera del Ministro Sandro Bondi allo scrittore di Gomorra)

Caro Saviano, ho avuto il piacere di conoscerla attraverso la sua opera ammirando il coraggio nel denunciare le organizzazioni criminali della sua città e di seguire con preoccupata partecipazione i problemi che da quel coraggio sono derivati, le minacce che ha dovuto subire e che la costringono a subire limitazioni nella sua vita quotidiana. So che l'arte può assumere tante diverse connotazioni, e la scrittura può farsi veicolo di emozioni e tematiche molto differenti fra loro: può essere fonte di divertimento, di intrattenimento, di condivisione di storie personali e tante altre cose. Naturalmente la scrittura si presta anche a essere strumento di denuncia sociale e di ricerca della giustizia. Quando si uniscono il fattore emozionale, la capacità di avvincere chi legge attraverso il ritmo e lo stile del racconto e la volontà di portare alla luce realtà terribili, come quella legata alla criminalità organizzata e alla ferocia che spesso la caratterizza, allora si ha quello che definirei il "connubio perfetto". Quando si riesce ad amalgamare questi elementi si ottiene, prima ancora di tutti i successivi e meritati riconoscimenti, la laurea più importante per uno scrittore: l'approvazione del pubblico.

Se oggi mi permetto di scriverle è perché ammiro le sue qualità artistiche e la sua tempra morale. Qualità che ho visto ribadite, come ho affermato pubblicamente, durante lo speciale andato in onda nel corso della trasmissione di Fabio Fazio. In quell'occasione, lei ha "avuto il merito di mostrare come la cultura, la cultura priva di coloriture politiche, sia sempre al servizio della verità, della dignità dell'uomo, della libertà, tanto più quando la verità, la dignità dell'uomo e la sua stessa libertà sono minacciate dalle idee totalitarie e dal potere fine a sé stesso". Le confesso che ho scritto queste parole seguendo le sensazioni che lei e il suo interlocutore avete saputo trasmettere quasi con naturalezza. Lo pensavo e lo penso tuttora. E ho voluto testimoniarlo anche per sottolineare un distacco dalla dialettica dell'insulto e della contrapposizione che spesso, nel nostro Paese, porta le persone a guardare una trasmissione, o ad ascoltare un programma o le parole di un esponente politico con la maschera deformante del pregiudizio ideologico.

Non c'è nulla di più sbagliato, e per mia personale formazione e anche per carattere soffro molto per le esagerazioni di cui si nutre il nostro panorama politico e le trasmissioni che se ne occupano. Perciò quella puntata ha rappresentato un modello, la possibilità di una televisione che contribuisca alla crescita democratica del Paese. Perché la verità non ha colore, e una trasmissione di denuncia priva di pregiudizi e di forzature è come una boccata d'aria che fa piacere quando si esce da una cortina di fumo maleodorante. Lei, caro Saviano, è onesto ed entusiasta. E penso che sia stato proprio questo sincero entusiasmo a spingerla a proporre una sorta di petizione sul quotidiano la Repubblica contro il decreto legge per il cosiddetto Processo breve. Credo assolutamente nella sua buona fede e nella sua volontà di fare qualcosa di buono per il Paese, e rispetto le sue idee anche se possono essere diverse dalle mie. Ma vorrei, proprio per questo, rivolgermi a lei chiedendole se non ritiene possibile trovare nuove vie di espressione rispetto alla propensione degli intellettuali italiani a farsi partito e farsi impadronire dal demone della politicizzazione e della partitizzazione della cultura.

Quando l'ho ascoltata parlare di cultura in televisione, ho avuto la speranza che lei si distaccasse dall'approccio dell'intellettuale militante che nella storia del nostro Paese ha tradito la missione della cultura e spesso è diventato intolleranza ideologica verso gli stessi intellettuali non irreggimentati. La prego non tradisca la speranza che ha suscitato. Non diventi anche Lei uno dei tanti scrittori che si identificano di fatto con una parte politica, anche se non è la sua intenzione. Uno dei tanti intellettuali che finiscono per presumere di dare voce all'Italia civile contro l'Italia corrotta e incolta. Perché lei per primo sa che non è così, che la realtà, anche quella del Mezzogiorno, è molto più complessa e sfumata, non riducibile a semplificazioni politiche di comodo. L'Italia sarà capace di diventare un Paese moderno e civile, innanzitutto se cesserà una guerra civile strisciante, se verranno meno le divisioni politiche artificiose, per lasciare posto al dialogo, all'ascolto, alla concordia e alla collaborazione fra tutte le persone di buona volontà, che si trovano in egual misura in tutte le forze politiche.

Per questo vorrei invitarla a non abbandonare il suo impegno civile e culturale tanto più limpido e ascoltato quanto più alieno da pregiudizi ideologici, e di costruire insieme un linguaggio nuovo, una nuova disposizione d'animo, il superamento di vecchie barriere che sono il primo ostacolo ad affrontare quei mali che lei combatte con tanta forza e dignità. Perché vede, se anche possiamo avere idee politiche diverse, le assicuro che ci accomuna l'amore per la verità e la faticosa ricerca delle giuste soluzioni in grado di aiutarci a costruire, ognuno offrendo il proprio contributo a una società migliore dove il bene abbia la meglio sul male e la serenità sull'odio.

Tratto da repubblica.it del 23/11/09

(Sotto ho pubblicato anche la risposta di Roberto Saviano)

Saviano risponde a Bondi: "Ecco perché non possiamo tacere"

Caro ministro Sandro Bondi, la ringrazio per la sua lettera e per l'attenzione data al mio lavoro: ho apprezzato il suo tono rispettoso e dialogante non scontato di questi tempi e quindi con lo stesso tono e attitudine al dialogo le voglio rispondere. Come credo sappia, ho spesso ribadito che certe questioni non possono né devono essere considerate appannaggio di una parte politica. Ho anche sempre inteso la mia battaglia come qualcosa di diverso da una certa idea di militanza che si riconosce integralmente in uno schieramento.

Ho sempre creduto che debbano appartenere a tutti i principi che anche lei nomina - la libertà, la giustizia, la dignità dell'uomo e io aggiungo anche il diritto alla felicità in qualsiasi tipo di società si trovi a vivere. E per questo ho sempre odiato la prevaricazione del potere, che esso assuma la forma di un sistema totalitario di qualsiasi colore, o, come ho potuto sperimentare sin da adolescente, sotto la forma del sistema camorristico.

Anch'io auspico che in Italia possa tornare un clima più civile e ho più volte teso la mano oltre gli steccati politici perché sono convinto che una divisione da contrada per cui reciprocamente ci si denigra e delegittima a blocchi, sia qualcosa che faccia male. Eppure oggi il clima in questo paese è di tensione perché ognuno sa che, a seconda della posizione che intende assumere nei confronti del governo, potrà vedere la propria vita diffamata, potrà vedere ogni tipo di denigrazione avvenire nei confronti dei propri cari, potrà vedere ostacolate le proprie possibilità lavorative.

Qualche giorno fa la Germania mi ha onorato del premio Scholl, alla memoria dei due studenti dell'organizzazione cristiana Rosa Bianca, fratello e sorella, giustiziati dai nazisti con la decapitazione per la loro opposizione pacifica, per aver solo scritto dei volantini e aver invitato i tedeschi a non farsi imbavagliare.

Tutte le persone che ho incontrato lì alla premiazione, all'Università di Monaco, erano preoccupate per quanto accade oggi in Italia nel campo della libertà di stampa e del diritto. Non era un premio di pericolosi sovversivi o di chissà quali cospiratori anti-italiani. Tutt'altro. Raccoglieva cristiani tedeschi bavaresi che commemorano i loro martiri. Tutti seriamente preoccupati quello che sta accadendo in Italia e tutti pronti a chiedermi come faccio a tenere alla libertà d'espressione eppure a continuare a lavorare in Italia. Non è un buon segnale e, in quanto scrittore non posso che raccogliere l'imbarazzo di essere accolto come una sorta di intellettuale di un paese dove la libertà d'espressione subisce un'eccezione. Il programma da lei apprezzato ha mostrato, in prima serata, il terrore causato dal regime comunista russo, e persecuzioni castriste agli scrittori cubani e l'inferno nell'Iran di Ahmedinejad.

Tutto andato in onda in una trasmissione come "Che tempo che fa", su una rete come RaiTre, così spesso tacciata di essere faziosa, ideologizzata, asservita alla sinistra che persino un boss come Sandokan si compiaceva di chiamarla "Telekabul". Questo a dimostrare, Ministro, quanto siano spesso pretestuose e false le accuse che vengono fatte contro chi invece si prefigge il compito di raccontare per bisogno - o dovere - di verità.

Però sono altrettanto convinto che a volte, proprio per semplice senso civile, non si possa stare zitti. Che bisogna prendere posizione al costo di schierarsi. E schierarsi non significa ideologicamente. La paura che questa legge possa colpire il paese sia per i suoi effetti pratici, sia per l'ingiustizia che ratifica, in me è assolutamente reale e per niente pretestuosa. In questi anni, ossia da quando vivo sotto scorta, ho avuto modo di poter approfondire cosa significhi, tradotto nel funzionamento di uno stato democratico, il concetto di giustizia. Ho potuto capire che non tocca solo la difesa della legalità, ma che ciò che più lo sostiene e lo rende funzionante è la salvaguardia del diritto e dello stato di diritto.

Ho deciso di pubblicare quell'appello perché la legge sul processo breve mi pare un attacco pesante - non il primo, ma quello che ritengo essere finora il più incisivo - ai danni di un bene fondamentale per tutti i cittadini italiani, di destra o di sinistra, come ho scritto e come credo veramente. E le assicuro che lo rifarei domani, senza timore di essere ascritto a una parte e di poterne pagare le conseguenze. Non vi è nulla in quel gesto che non corrisponda a ogni altra cosa che ho fatto o detto. Le mie posizioni sono queste e del resto non potrei comportarmi diversamente. Ciò che mi spinge a raccontare, in prima serata, dei truci omicidi di due giovani donne, la cui colpa era stata unicamente l'aver manifestato in piazza, in maniera pacifica.

Ciò che mi spinge a raccontare dei crimini del comunismo in Russia e dei soprusi delle multinazionali in Africa non è un "farsi impadronire dal demone della politicizzazione e della partitizzazione della cultura" bensì un altro demone. Quello che ha lo scopo di raccontare le verità o almeno provarci. Un'informazione scomoda per chi la da e per chi l'ascolta, la osserva, la legge. In Italia la deriva che lo stato di diritto sta prendendo è pericolosa perché ha tutte le caratteristiche dell'irreversibilità. È per questo che agisco in questo modo, perché è l'unico modo che conosco per essere scrittore, è questo l'unico modo che conosco di essere uomo.

La saluto con cordialità

Roberto Saviano
tratto da repubblica.it del 23/11/09

domenica 22 novembre 2009

PRESIDENTE, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO

SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.

Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.

Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuotadove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.

ROBERTO SAVIANO


http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391117

lunedì 16 novembre 2009

Influenza A:muore tedesco vaccinato

(ANSA) - ROMA, 16 NOV - Un altro malato di influenza A e' morto in Germania poche ore dopo essere stato vaccinato contro il virus H1N1.

E' il terzo decesso avvenuto dopo la vaccinazione, ma non e' chiaro ancora se il vaccino, o altri fattori, abbiano causato la morte dei pazienti. La vittima e' un uomo di 55 anni residente in Turingia. Era stato vaccinato giovedi' mattina ed e' morto la sera del giorno stesso.

Beni mafia: Arci, devastante

(ANSA) - ROMA, 16 NOV - 'Provvedimento pericoloso e devastante'. E' per l'Arci quello che consente la vendita di beni immobili confiscati alle mafie. Si tratta di un emendamento alla Finanziaria approvato in Senato, 'un colpo durissimo inferto alle attivita' di opposizione sociale e culturale alla criminalita' organizzata'. Per l'Arci, se confermato nel testo definitivo, l'emendamento 'rischierebbe di far tornare sottobanco nelle mani delle mafie quello che e' stato loro confiscato'.

domenica 15 novembre 2009

Acqua su di Me

Lento scorrere d'acqua su di me

goccia a goccia come mille spine

mentre dico parola sublime

mentre penso stupidamente a te.


Gocce lente scorron sul mio viso

quali son piccoli e lenti rivi

che scendon giù da verdi riclivi

sì donando alla valle sorriso.


Così la pioggia lava il dolore,

lava le ferite del mio cuore,

lava le mie lacrime dannate

perché sian presto dimenticate.

domenica 8 novembre 2009

Come mi sento

Come una bandiera nera
mossa da una lieve brezza
piantata su un colle
isolato nel nulla.

Ora nasce la sera
e il sole morente carezza
il cielo e le stelle
mentre nell’orizzonte si culla.

Ma ai piedi del colle
nel rombo frastornante
una guerra terminata
lascia i suoi morti sanguinanti.

Ora il terreno è molle,
di porpora ardente
la terra è impregnata,
con pochi superstiti urlanti.

Suoni di dolore e morte,
odore di sangue,
straziano l’anima
e annebbiano la mente
ma il silenzio che verrà
sarà ancora più opprimente.

mercoledì 14 ottobre 2009

Omofobia, la denuncia dell'Onu: "L'Italia ha fatto un passo indietro"

BRUXELLES - "Affossare la legge contro l'omofobia è stato un passo indietro per l'Italia". L'Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, mette sotto accusa l'Italia. E denuncia le scelte del Parlamento, che non tengono conto delle violenze di cui sono spesso fatti oggetto gli omosessuali: "Per loro è necessaria una piena protezione".

Navi Pillay entra a gamba tesa nella già accesa discussione nata dopo la bocciatura della legge che avrebbe introdotto l'aggravante per i reati commessi in danno di persone colpite per il loro orientamento sessuale. "L'omosessualità e gli omosessuali vengono criminalizzati in alcuni Paesi - ha detto il commissario Onu - ma non possiamo ignorare che i gruppi minoritari, e tra loro gli omosessuali, sono soggetti non solo a violenza, ma a discriminazioni in diversi aspetti della loro vita". Secondo Pillay, che era a Bruxelles per l'apertura del nuovo ufficio Onu per i diritti umani nell'Unione europea, è necessaria quindi "una piena protezione" per gli omosessuali.

Navi Pillay aveva già apertamente criticato il governo italiano per le scelte in materia di respingimenti dei migranti. Oggi il commissario per i diritti umani è ritornato sul problema sicurezza in Italia, criticando ancora una volta la circostanza aggravante della clandestinità contestata agli immigrati irregolari che commettano un crimine. "E' una discriminazione. Per gli immigrati irregolari - ha sottolineato Pillay - non ci può essere una sospensione dei diritti umani. Per punire lo stesso reato, dovrebbero esserci le stesse regole per chiunque. Non escludo - ha concluso il commissario - che l'Onu possa chiedere all'Italia di modificare la legge".



da laRepubblica.it

giovedì 1 ottobre 2009

Twitter, Facebook and Co. rivoluzionano il marketing farmaceutico…ecco come le big del farmaco sperimentano il Web 2.0.

Il marketing dell’ industria farmaceutica sta subendo un’ evoluzione senza precedenti.

Pur confrontandosi con una totale assenza di precedenti, normative e linee guida, le grandi aziende del farmaco stanno sperimentando le nuove applicazioni del Web 2.0., ridefinendo il panorama della comunicazione e attivando canali (mai cosi’) diretti con i consumatori.

E da un punto di vista sociale, di bene comune…questo rappresenta un’ opportunita‘ o un pericolo?Il dibattito e’ aperto.

Da una parte, infatti, l’ industria farmaceutica e’ regolata da una normativa stringente che limita la comunicazione diretta al consumatore: troppo alto e’ il rischio che la diffusione di informazioni si trasformi in “pericolosa” promozione, alimentando una domanda di prodotti che e’ invece strettamente legata all’ esistenza di un reale fabbisogno e di specifiche condizioni cliniche. Stiamo parlano di un mondo dove un’ informazione erronea o un farmaco preso incautamente possono risultare fatali.

Dall’ altra, il consumatore ha raggiunto un’ inedito ed alto livello di consapevolezza circa determinate patologie ed il corrispettivo trattamento; dispone e richiede un ruolo attivo perche’, essendo in ballo la propria salute, pretende che la decisione di quale farmaco assumere sia condivisa col medico, e non semplicemente “subita”; non di rado, come confermano esperti del settore, e’ il paziente che influenza il medico nella fase di prescrizione dei farmaci, diventando vero e proprio “opinion leader” che le aziende aspirano ad intercettare e conoscere.

Vediamo allora quali sono alcune delle prime iniziative importanti prese dalle multinazionali farmaceutiche per catturare la voce e l’ attenzione del paziente attraverso i social media

Procter&Gramble ha costruito una community online dedicata ai pazienti affetti da una particolare condizione clinica, la colite ulcerosa, dove chi partecipa si conosce e si confronta, condividendo storie ed esperienze di vita; alcuni medici di P&G, inoltre, forniscono informazione e consulenza clinica sull’ argomento.

Novo Nordisk ha aperto una pagina su Twitter, intotolata “Race with insuline”, dove il pilota Charlie Kimball, sofferente di diabete, racconta ai followers come proprio nonostante il diabete si possa condurre una vita normale e di successo, sul piano sia privato che professionale.

Merk ha aperto una pagina su Facebook dedicata al Gardasil, vaccino contro il tumore del collo all’ utero.

GlaxoSmithKline promuove abitualmente i suoi prodotti su YouTube.

Come vedete, vi sono approcci diversi all’ utilizzo del Web 2.0.

C’ e’ chi fa promozione di prodotto, chi invece costruisce piu’ sofisticate strategie di comunicazione che combinano le inevitabili azioni di branding con l’ ideazione di spazi in cui chi soffre per determinate malattie ha la possibilita’ di incontrare altre persone che vivono lo stesso problema, ricevendo suggerimenti, consigli e, perche’ no, consolazione.

L’ azienda, dal canto suo, monitorando le “conversazioni” acquisisce informazioni preziose sul paziente: chi e’, cosa cerca, cosa chiede, cosa pensa.

Insomma, ci sono vari spunti di riflessione.

Voi che ne pensate?

domenica 20 settembre 2009

Ecco come vedono all'estero Berlusconi..(Il seguente articolo è tratto dal sito www.repubblica.it)

Il quotidiano britannico cita un documentario, "Il Corpo delle donne"che contrappone la grande Anna Magnani alle attuali veline, e parla di "nuovo femminismo"
Il Guardian: premier rischia per rabbia donne
Il Pais: si comincia a preparare il dopo-premier
Il giornale spagnolo ricorda il flop di 'Porta a Porta', la brusca discesa nei sondaggie accredita il ministro dell'Economia Giulio Tremonti come il più probabile successore di Berlusconi

dal corrispondente ENRICO FRANCESCHINI


LONDRA - Ancora Silvio Berlusconi al centro dell'attenzione della stampa internazionale. L'Observer di Londra pubblica un'inchiesta sul "nuovo femminismo" che attraversa l'Italia, attizzato dal comportamento privato e dai commenti pubblici di un premier "sessista", accusato di avere contribuito a creare una "cultura delle veline" nel nostro paese: un'estate di scandali sessuali, afferma il giornale domenicale britannico, "è diventata un boomerang che si rivolta contro di lui", causando un declino della sua popolarità. Il quotidiano spagnolo El Pais dedica invece un'analisi alle indiscrezioni secondo cui si sta già preparando, all'interno del centro-destra, il "dopo-Berlusconi", con il ministro delle Finanze Giulio Tremonti nel ruolo di possibile nuovo leader.

"Una nuova generazione di donne italiane trova voce dopo l'estate degli scandali", titola l'Observer, notando il successo che sta avendo su internet un documentario intitolato "Il corpo delle donne", della regista Lorella Zanardo. Oltre mezzo milione di persone lo hanno guardato online, scrive il giornale londinese, e se ne parla in dibattiti e manifestazioni.

Insieme ad altri segnali, come la raccolta di firme organizzata da alcune accademiche e intellettuali per chiedere alle first-lady di boicottare il summit del G8 svoltosi in Abruzzo a luglio, il clamore suscitato dal documentario è il sintomo, afferma l'Observer, "che dopo un'estate in cui Silvio Berlusconi è stato accusato dalla moglie di 'frequentare minorenni', in cui ha dormito con una escort e organizzato party viziosi nella sua villa in Sardegna, sta verificandosi un ritorno della protesta femminista", che si ripercuoterà "come un boomerang" contro il primo ministro.

L'Observer intervista due note giornaliste italiane per valutare il fenomeno. Miriam Mafai, di "Repubblica", afferma che "l'Italia è un paese sessista, ma meno di vent'anni fa, siamo ancora sulla strada dell'uguaglianza, adesso abbiamo una donna, Mara Carfagna, che è ministro, ma dobbiamo chiederci come è arrivata a quel posto". Maria Laura Rodotà, del Corriere della Sera, dice che le risposte a una sua lettera aperta alle lettrici per lanciare un "nuovo femminismo" hanno superato le aspettative, "è stato come togliere il tappo a una bottiglia".

Ma la protesta non si limita alla sinistra, tradizionale culla del femminismo, nota l'Observer, sottolineando che un articolo che denuncia Berlusconi per avere promosso a incarichi politici varie donne solo perché sono belloe è stato scritto dall'accademica Sofia Ventura e pubblicato dalla think-tank di Gianfranco Fini. Come manifesto di questa campagna anti-Berlusconi e anti-veline, il giornale cita una frase contenuta nel documentario di Lorella Zanardo, in cui Anna Magnani, simbolo di un modo differente di essere donna, diceva alla sua truccatrice che cercava di nasconderle le rughe: "Lasciamele tutte, ho impiegato una vita a guadagnarmele". Commenta la regista Zanardo: "L'Italia di oggi è molto sessista, Berlusconi è un riflesso del paese".

Delle donne italiane e della loro rinnovata propensione a lottare per i propri diritti parla anche il Sunday Times, in un articolo sulla campagna lanciata da alcune giovani donne siciliane contro il "pizzo" imposto agli esercizi pubblici dalla mafia: un movimento in realtà fondato in Sicilia cinque anni fa, chiamato "Addiopizzo", e che sta guadagnando consensi, nonostante i timori di rappresaglie da parte della mafia. Il giornale scrive che tre delle promotrici della campagna, Silvia Pellegrino, Chiara Capri e Lidia Cervillera, "vivono in stato di costante paura", ma vanno avanti, determinate, anche loro, a cambiare l'Italia.

Quanto al servizio di El Pais, l'autorevole quotidiano spagnolo riferisce indiscrezioni e supposizioni sulle grandi manovre nel Partito della libertà per prepararsi a un "dopo-Berlusconi" che molti ormai considerano inevitabile. Il giornale parla di una possibile investitura di Giulio Tremonti, l'attuale responsabile del Tesoro, come nuovo leader. Trai segni del declino di Berlusconi, secondo El Pais, ci sarebbero i contrasti con la Chiesa cattolica e con il suo numero due Fini, la bassa audience registrata nella puntata di "Porta a Porta" in cui il premier ha consegnato le prime case ai terremotati in Abruzzo e difeso le sue posizioni sugli scandali, il calo di 21 punti nei sondaggi. Il giornale spagnolo cita il direttore dell'Ansa, Giulio Anselmi, secondo cui è presto per dire quando potrà avvenire un cambio della guardia al vertice del centro-destra, "ma la fase finale del berlusconismo è cominciata".


(20 settembre 2009)

sabato 19 settembre 2009

Utilizzate Nano-particelle in Vaccini non testati per l'influenza H1N1

I vaccini approvati dalle competenti autorità governative per la vaccinazione contro la supposta Influenza Suina H1N1 sono risultati contenere nanoparticelle. I produttori hanno sperimentato le nanoparticelle quale via per "supercaricare" i vaccini per un arco di tempo di svariati anni. Ora però è saltato fuori che i vaccini approvati per essere utilizzati in Germania e nei paesi europei contengono delle nanoparticelle in una forma che è risultata attaccare cellule sane e che può essere una forma mortale.

Nel 2007 i ricercatori dell' Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology, hanno annunciato di aver messo a punto una "nanoparticella che può veicolare vaccini in modo più efficiente, con minori effetti collaterali ed ad un costo frazione di quello delle attuali tecnologie per i vaccini."

L'articolo prosegue descrivendo gli effetti del salto di qualità effettuato: " A soli 25 nanometri, queste particelle sono così sottili che una volta iniettate, nuotano nella matrice extracellulare della pelle e vanno di filato ai linfonodi. Entro pochi minuti raggiungono una concentrazione di cellule D migliaia di volte maggiore che nella pelle. La risposta immunitaria può essere quindi estremamente forte ed efficace". C'è un solo piccolo problema, con i vaccini che contengono nanoparticelle: possono essere mortali o, come minimo, causare danni irreparabili per la salute.

Le nanoparticelle, presentate dai mezzi di comunicazione di massa allineati come una meravigliosa rivoluzione della scienza, sono particelle già messe in produzione, molto più piccole delle mortali particelle di amianto che, prima di essere dichiarate fuorilegge, hanno causato gravi danni ai polmoni e morti.Particelle di nanodimensioni (1 nm = 0,000000001 metro), si fondono insieme con le membrane del nostro corpo e, secondo studi recenti condotti in Cina ed in Giappone, una volta introdotte nel corpo, vanno avanti a distruggere le cellule senza sosta. Una volta che hanno interagito con la struttura cellulare del corpo, non possono più essere rimosse.

La medicina moderna chiama eufemisticamente tale fenomeno una 'reazione infettiva continua'. Dopo lo scandalo dell'amianto, è stato appurato che particelle di dimensione inferiore ad un milionesimo di metro - a causa della loro enorme forza attrattiva - penetrano in tutte le cellule distruggendo tutte quelle con le quali entrano in contatto. Le nanoparticelle sono ben più piccole delle fibre di amianto.

Prove effettuate a Pechino dimostrano gli effetti mortali sull'uomo

Il fatto che il WHO, l'European Medicines Evaluation Agency, ed il German Robert Koch Institute ed altri enti medici permettano oggi che la popolazione venga iniettata con vaccini ampiamente non sperimentati contenenti nanoparticelle, la dice più lunga sul potere della lobby farmaceutica sulle politiche europee di quanto non dica sulla integrità morale e professionale di quei servi civili, responsabili della salute pubblica.

Il numero di settembre 2009 del quotato European Respiratory Journal, il 19 di agosto ha reso pubblico - e disponibile online sino al 21 agosto - i contenuti di un articolo sottoposto a revisione autorevole avente come titolo: "L'Esposizione alle nanoparticelle è correlata con il versamento pleurico, la fibrosi polmonare ed il granuloma."

giovedì 17 settembre 2009

Lettera di Romina Power ai ministri: "Dico no ai vaccini e vi spiego perché"

Alla cortese attenzione del Ministro della Salute, On. Maurizio Sacconi e del Vice Ministro della Salute, On. Ferruccio Fazio.

Egregio Signor Ministro, Egregio Signor Vice Ministro. Vi scrivo in merito alla supposta "pandemia" A/H1N1, meglio nota come "febbre suina". Secondo quanto avete dichiarato ai media, sono previste per l'Italia due tranches di vaccinazioni; la prima in autunno 2009 e una successiva all'inizio del 2010. Come cittadina italiana e contribuente, mi permetto dunque di sottoporVi alcuni seri dubbi riguardo all'opportunità della campagna di vaccinazione.

1. Secondo quanto apprendo dalle Vs dichiarazioni, i sintomi dell'influenza A/H1N1 non sarebbero altro che quelli della normale influenza stagionale, in forma più lieve per giunta. E mentre l'influenza stagionale provoca fino a 5000 decessi ogni anno solo in Italia, in questi mesi la A/H1N1 ha provocato "soltanto" poco più di 700 decessi in tutto il mondo.

2. E' perfino superfluo rammentarVi quanto possa essere nocivo un vaccino al sistema immunitario, specialmente nei bambini e negli anziani e, di conseguenza, quanto sia inopportuno scegliere la strada del vaccino per malattie di poco conto e scarsamente nocive come questa influenza suina.

3. Gravissime accuse contro l'OMS, le case farmaceutiche Baxter, Sanafi-Aventis e Novartis e una serie di personaggi di rilievo della finanza e della politica internazionale, sono state mosse dalla nota giornalista austriaca Jane Burgermeister (leggi La Scienza Verde di agosto). Secondo la denuncia, sia il vaccino che la stessa epidemia A/H1N1 sarebbero armi biologiche deliberatamente utilizzate per la riduzione della popolazione mondiale.

4. L'ingiunzione dell'affermata giornalista contiene una dettagliata documentazione atta a dimostrare la reale entità dell'epidemia di influenza suina e del relativo vaccino, nonché le gravissime responsabilità degli enti e delle persone chiamate in causa. Sulla base dell'ingiunzione presentata dalla Burgermeister, sono attualmente in preparazione un'ulteriore ingiunzione ed una mozione ad opera di un team di esperti legali americani. Per quanto le gravissime accuse mosse contro l'OMS e Big Pharma siano ancora da dimostrare in tribunale, sarebbe quanto meno opportuno che il Ministero della Salute tenesse conto di queste, prima di "buttarsi a pesce" nell'avventura di una vaccinazione di massa.

5. La stessa OMS non ha escluso rischi, affermando che "nella produzione di alcuni vaccini per la pandemia sono coinvolte nuove tecnologie che non sono state ancora valutate estensivamente per la loro sicurezza in certi gruppi della popolazione".

6. Una serie di eventi e circostanze getta pesanti ombre su questa vaccinazione, nonché sul ruolo di Big Pharma nella politica sanitaria dell'OMS.

7. Il Vice Ministro Fazio ha dichiarato che il costo per l'acquisto dei vaccini ammonterebbe a "poche centinaia di milioni di euro". Una cifra, secondo il Vice Ministro che non creerebbe problemi, neanche in "periodi di magra" come questi. Con tutto il rispetto, considero questa dichiarazione un vero e proprio insulto ai cittadini che faticano ad arrivare a fine mese! Per questa serie di ragioni, mi appello al Vostro buon senso, nonché alla Vostra professionalità, nel chiederVi di riconsiderare la Vostra posizione sulla campagna di vaccinazione per l'A/H1N1 indicata dall'OMS, sulla base di quanto riportato sopra.

Al di là delle direttive dell'OMS, la responsabilità politica in materia di sanità in Italia spetta al Ministero e per questo mi rivolgo a Voi. Vi anticipo che, nell'eventualità di una vaccinazione di massa, non mi sottoporrò ad essa. Se anche tale vaccinazione fosse fortemente vincolante o addirittura ( Dio non voglia!) coatta, la rifiuterei comunque, sulla base dei punti elencati sopra, nonché delle ingiunzioni presentate.

Sono in procinto di contattare la signora Burgermeister ed alcune delle più note associazioni italiane in difesa della libertà di scelta in materia di vaccinazioni sperando di ricevere aiuto e consiglio. Includo in copia conoscenza CC alcuni dei migliori siti internet italiani di informazione, al fine di lasciare una traccia di quanto Vi ho scritto. Se i gestori di tali siti internet e blog vorranno pubblicare questo mio appello a Voi, hanno il mio pieno consenso a farlo.

Auspico anzi che da tale lettera possa eventualmente nascere una petizione da sottoporre alla cortese attenzione del Ministero della Salute, al fine di sensibilizzarlo ulteriormente al problema, poiché al di là della preoccupazione di alcuni cittadini per questa influenza suina - preoccupazione esclusivamente generata dal vergognoso ed ingiustificato allarmismo dei media tradizionali (un vero e proprio "terrorismo mediatico")- tanti italiani sono contrari al vaccino, lo reputano inutile e nocivo e vi intravedono i forti interessi lobbistici di Big Pharma, se non il tentativo di introdurre politiche di "militarizzazione" della sanità e di recare danno alla salute della popolazione. Nella speranza che gli argomenti esposti possano essere da Voi presi in considerazione, Vi porgo distinti saluti.


Romina Power

domenica 13 settembre 2009

L'ipocrisia della Lega

E' appena passato al TG1 un servizio sulla Festa dei Popoli Padani della Lega Nord e, come prima immagine, hanno fatto vedere un signore compiaciuto e sorridente con una bella maglietta verde con su scritto "Mai più schiavi di Roma" con un bel disegno di una catena spezzata.
La prima cosa che mi è venuto da pensare è stata: Ma a roma questi non ci stanno!? Non hanno forse parlamentari in Camera e Senato, nonchè Ministri al Governo?! Non sono forse nella Maggioranza che dovrebbe governare l'intero Paese?!
Finchè erano all'opposizione si potevano anche accettare, seppur non condividere, i loro slogan "Roma Ladrona" e "Padania Libera", ma ora che a Roma ci stanno così bene, su quelle belle poltrone comode, non dovrebbero pensare al bene dell'Intero Paese e smetterla di buttar là 'ste frasi da Guerra di secessione?!

mercoledì 2 settembre 2009

Dopo La Repubblica anche L'Unità

Ennesima denuncia da parte del nostro amatissimo Premier Silvio Berlusconi detto "Il Pio" ad un altro dei tantissimi giornali comunisti che ne diffamano l'onorabile figura permettendosi (ODDIO ODDIO!!) di dare notizie su di lui.
Sempre più attaccato dai mezzi di informazione, tutti in mano all'odiata sinistra, il nostro Primo Ministro ha deciso di provare ancora una volta a lasciare tutto nelle mani della Giustizia.

giovedì 20 agosto 2009

Dal blog di Beppe Grillo, Lettera Aperta a Giovanardi

"Caro sottosegretario Giovanardi,
la ringrazio per il comunicato che mi ha dedicato e al quale voglio rispondere. Il mio video non è un "inno alla cannabis", come da lei riportato, ma la richiesta che la cannabis non sia più equiparata alle droghe pesanti, con cui non ha nulla a cui spartire. Ho chiesto, e chiedo, che chi ne fa uso sia comunque sanzionato con una multa, ma non penalmente.
Nel comunicato c'è scritto:" le affermazioni fatte da Beppe Grillo, relative ad alcuni aspetti sulla cannabis e sulla carcerazione di persone che usano tale sostanza, siano esternazioni fortemente inesatte, fuorvianti e prive di fondamento". Quali sono queste affermazioni? Il fatto che in Olanda, ad esempio, sia lecito fumare cannabis e l'Olanda fa parte della Comunità Europea come l'Italia? Che le sanzioni previste dalla legge a lei intestata siano abnormi e spropositate, come recita l'articolo 4-bis comma b): "1. Chiunque, senza l'autorizzazione di cui all'articolo 17, coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope di cui alla tabella I prevista dall'articolo 14, e' punito con la reclusione da sei a venti anni e con la multa da euro 26.000 a euro 260.000"? Che la Corte di Cassazione abbia confermato l'interpretazione della legge in un documento del gennaio 2009 a pagina 44 con: "Costituisce condotta penalmente rilevante qualsiasi attività non autorizzata di coltivazione di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, anche quando sia realizzata per la destinazione del prodotto ad uso personale"? E' inesatto affermare che secondo i dati del ministero della Giustizia alla fine del 2008 i detenuti erano 58.127, ad agosto 2009 63.771 di cui 23.505 arresti per droga? Dal testo della legge risulta che il rischio del carcere è anche per chi "coltiva". Avere piantine di canapa sul balcone o nell'orto è quindi un reato penale? E le sembra corretto?
Il motivo che mi ha spinto a occuparmi della sua legge forse non le è noto. Mi sono arrivate segnalazioni di arresti di persone, anche incensurate, per della cannabis nell'orto o accusate di averla in casa. Le abitazioni di queste persone sono state perquisite (ma non è necessario un mandato o basta un semplice sospetto per entrare in un'abitazione?). Tra queste vi erano un falegname di Perugia e un operaio di Rovereto. Sono entrati in carcere e lì sono subito deceduti. Si chiamavano Aldo Bianzino e Stefano Frapporti, conosce le loro storie? Il comunicato sottolinea che: "nessun consumatore è mai stato arrestato in questi anni in quanto consumatore, salvo non vi fosse anche il reato di spaccio o traffico". Aldo e Stefano erano spacciatori? Ci sono delle prove? C'è una sentenza del tribunale? E, se non ci sono, perché sono stati arrestati? Rassicurandola che non faccio, né ho intenzione di fare, istigazione, proselitismo o induzione all'uso di droghe, la saluto e aspetto una sua risposta."

Beppe Grillo

venerdì 10 luglio 2009

Chi è Berlusconi??

Silvio Berlusconi non esiste, o quasi. È un'allucinazione collettiva multimediale a opera delle reti televisive Mediaset. Infatti gli scienziati del M.I.B. hanno scoperto che se tutti gli italiani spegnessero contemporaneamente la televisione per una intera settimana, Silvio Berlusconi non esisterebbe più. Berlusconi è il primo Presidente del Consiglio in formato sedici noni. È noto ai più per aver fatto al nostro paese quel che non ha potuto fare a sua moglie e per essere il gemello malvagio del noto arcinemico di Goku, Pilaf. Tuttora, con il Governo Berlusconi IV, è a un passo dal record di durata politica del precedente primatista italiano, tale Mussolini Benito, vincitore del ventennio d'oro.
È noto anche per aver stipulato il misterioso Lodo Lucifero con il diavolo, patto che alla sua tarda età gli ha permesso di vincere già 3 campagne elettorali. Viene spesso indicato (da sé stesso e dai suoi seguaci) come "l'uomo della provvidenza"; non si è ancora capito chi sia questa "Provvidenza" e perché ce l'abbia tanto con gli italiani. Silvio Berlusconi è estremamente allergico ai giudici, ai comunisti e al rosso in generale. Infine è l'unico a poter controllare l'atomo del Berluscone. Silvio Berlusconi è l'evidente parodia di un gangstar... un certo Al Capone.



Da Nonciclopedia

giovedì 9 luglio 2009

"La religione è il singhiozzo di una creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, lo spirito di una condizione priva di spirito. È l'oppio dei popoli." Karl Marx

"La religione è un'illusione, e deriva la sua forza dal fatto che corrisponde ai nostri desideri istintuali." Sigmund Freud

sabato 4 luglio 2009

Legalizzatela, Parte VIII

Il consumo ed il commercio degli stupefacenti in Italia sono regolati da una legge del '90, la cosidetta legge Iervolino-Vassalli dal nome dei due promotori (legge n.162 del 26/6/90), poi inserita nel Testo Unico sulle Sostanze stupefacenti con decreto n.309 del 9/10/90. Questa normativa, ispirata dall'allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi, puniva tanto la vendita che il consumo di stupefacenti. Con il referendum del 18 aprile 1993 essa è stata in parte modificata, introducendo il principio della non punibilità per il consumatore.
In sostanza oggi è reato soltanto la vendita e la detenzione di droga per uso non personale, nonchè la coltivazione della cannabis a qualsiasi titolo (c'è però in proposito una interessante sentenza del Tribunale di Macerata); mentre per il consumatore non è previsto il carcere, ma solamente alcune sanzioni amministrative.
Le pene previste per lo spaccio sono assai severe e vanno sino ai venti anni per le cosidette droghe pesanti (eroina, cocaina) e sino ai sei anni per i derivati della cannabis.
Se è vero che la detenzione per uso personale non è prevista come reato, è altrettanto vero che la legge lascia ampi margini di discrezionalità nel giudicare se il quantitativo detenuto puó essere considerato o meno destinato all'uso personale. Nè si può dire che le recenti sentenze della Corte di Cassazione abbiano contribuito a fare chiarezza in materia.
Va inoltre ricordato che è considerato reato anche la cessione gratuita a terzi (cosidetta cessione amicale) e pertanto rischia di essere imputato per spaccio anche chi semplicemente regala uno piccolo quantitativo ad un amico o addirittura chi, come sancito da un'altra recente sentenza della Corte di Cassazione, "passa" uno spinello al proprio vicino.
Se l'uso personale è esente da pene detentive, non è peró esente da conseguenze. Chiunque venga trovato in possesso di cannabis per uso personale può infatti essere convocato davanti al prefetto o suo incaricato, sottoposto alla sospensione della patente o del passaporto per un periodo sino a quattro mesi ( n.b. nel febbraio '98 tale aspetto della normativa è stato oggetto di un'altra sentenza della Corte di Cassazione), invitato a sottoporsi ad un programma terapeutico e riabilitativo concordato con il competente servizio pubblico per le tossicodipendenze.

Legalizzatela, Parte VII

Una droga da dipendenza fisica quando:
1) provoca il bisogno di quantità sempre maggiori per avere gli effetti desiderati;
2)la sospensione della assunzione provoca spiacevoli sintomi, noti come sindrome da astinenza.

Per quanto riguarda la cannabis, sul primo punto non esiste accordo tra i ricercatori: secondo alcuni, che basano le loro conclusioni su esperimenti condotti su animali da laboratorio, sarebbe dimostrata una necessità di un aumento delle dosi per ottenere gli effetti desiderati. Altri al contrario hanno evidenziato che alcuni consumatori abituali di cannabis riescono ad ottenere gli effetti desiderati con dosi più basse di un consumatore alle prime esperienze. I consumatori abituali riuscirebbero a controllare e a "dirigere" gli effetti meglio di quanto non riesca a fare, a parità di dose,un neo-consumatore.

Quanto al secondo punto invece è acclarato che anche in consumatori abituali costretti a brusca sospensione, non è mai stata evidenziata alcuna forma di crisi da astinenza, il che consente di
escludere l'esistenza di una dipendenza fisica.

L'esistenza o meno di una dipendenza psicologica è oggetto di controversie e dipende in larga parte da ciò che si vuole intendere con questo termine. Laddove la maggior parte dei consumatori, almeno nel mondo occidentale, fa un uso occasionale della sostanza, in contesti ricreativi analoghi a quelli dei consumatori occasionali di alcolici, esiste una parte di consumatori che affida alla cannabis il proprio disagio esistenziale, in cui la mancata disponibilità della sostanza può generare malessere e comportamenti coattivi. Questi tuttavia non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli dei consumatori abituali di oppiacei o a quelli dei più numerosi, e socialmente accettati, fumatori di tabacco.

Nel dicembre '97 una commissione di esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ha depositato i risultati di uno studio comparativo tra cannabis, alcol e tabacco. Lo studio indicava, aldilà di ogni dubbio, che i derivati della cannabis inducono una dipendenza meno forte e rappresentano una minaccia meno grave per la salute, rispetto ad alcol e tabacco, anche per chi ne fa un uso esteso e quotidiano.

u pressioni dell'amministrazione USA, tali risultati sono stati censurati, e non compaiono nella versione ufficiale del rapporto. La rivista britannica New Scientist, venuta in possesso del rapporto, lo ha pubblicato sul suo numero del febbraio '98, che vi invitiamo a consultare per maggiori dettagli.

Legalizzatela, Parte VI

Molte persone parlano delle "droghe" come un mix univoco di sostanze di eguale pericolosità per la salute e dagli effetti similari, senza avere reali conoscenze dell'argomento. I mezzi di informazione certo non eiutano e fanno, è il caso i dirlo, "di tuta l'erba un fascio" (cosa che un tempo facevo anche io, ma in un altro senso).
Soprattutto per quanto riguarda le droghe leggere, spesso si sente parlare di hashish o marijuana da persone che, palesemente, non sanno nè cos'è nè cosa fa. Se siete parte di questo gruppo, e non vi passa per l'anticamera della testa di farvi una canna per scoprirlo, leggete quà sotto e scoprite di cosa si parla quando dicimo cannabis.

La cannabis sativa è una pianta erbacea a ciclo annuale che cresce ottimalmente in varie aree del mondo a clima temperato. Sebbene ne esistano differenti varietà (indica, americana, africana) la maggior parte dei botanici le considera appartenenti ad un'unica specie. Le piante, che in condizioni ottimali possono superare i tre metri di altezza, si differenziano durante la crescita, in maschili e femminili.
La prima descrizione dettagliata di questa pianta la si trova in un testo di medicina cinese attribuito all'Imperatore cinese Shen Nung (2700 a.c.). Il suo uso, per scopi terapeutici, religiosi e ricreativi è diffuso al giorno d'oggi in quasi tutti i Paesi del mondo. In molti di questi l'uso è legalizzato o tollerato.
Ciò che comunemente viene definita marijuana è in genere un miscuglio di infiorescenze e foglie di cannabis essiccate. Tale preparato è anche conosciuto come ganja (India), kif (Marocco), dagga o bangi (East Africa). Viene invece comunemente denominato hashish o charas (India) la resina pressata della pianta.
I due preparati differiscono in maniera significativa quanto a concentrazione del maggiore principio attivo, il tetraidrocannabinolo (THC), essendo l'hashish mediamente cinque volte più potente della marijuana.In aggiunta a queste forme tradizionali in alcuni paesi è reperibile una soluzione alcoolica della resina di cannabis,impropriamente definita olio di hashish, in media dieci volte più concentrato dell'hashish medesimo.
Se la coltivazione avviene in condizioni ottimali sia le piante maschili che quelle femminili contengono concentrazioni psicoattive di THC. Purtuttavia, le infiorescenze delle piante femmine, specie prima della impollinazione, contengono una maggiore quantità di resina il che fa si che le cime fiorite delle piante femmine siano particolarmente ricercate e apprezzate tra i consumatori.

La marijuana viene usualmente consumata sotto forma di sigarette confezionate manualmente, comunemente denominate spinelli o canne. L'hashish viene per lo più miscelato al comune tabacco e assunto in maniera analoga. Nelle differenti culture esistono poi una varietà di pipe o strumenti analoghi utilizzate per il consumo sia dell'hashish che della marijuana. Gli effetti della sostanza quando assunta per via inalatoria sono pressocchè immediati e si protraggono, in rapporto alle dosi utilizzate, per un tempo oscillante da una ad alcune ore.
L'assorbimento attraverso il tratto gastrointestinale è altrettanto efficace ma considerevolmente più lento. L'hashish viene talora assunto per questa via sotto forma di tisane, torte o altri alimenti. Quando si utilizzi questa via di assunzione l'effetto inizia in genere dopo almeno un'ora e declina più lentamente.


Gli effetti dei derivati della cannabis comprendono: incremento della frequenza cardiaca, lieve arrossamento congiuntivale, secchezza delle fauci, aumento della diuresi. Meno comunemente sono riportati sintomi gastrointestinali quali nausea e vomito, talora diarrea. Tali sintomi sono in genere sono spesso causati dalla contemporanea assunzione di sostanze alcoliche. Alcuni studi riportano modificazioni dei livelli di glicemia e dei valori di pressione arteriosa, in genere di breve durata.
Usualmente vi è un aumento dell'appetito con una particolare predilezione per i cibi ad alto contenuto di glucosio (la così detta fame chimica). Incoordinazione motoria, atassia e tremori sono riportati in rarissimi casi quali effetto di sovradosaggio. Il sonno è in realtà l'effetto più comune del consumo di dosi elevate.
Nonostante l'ampia diffusione del consumo non esiste nella letteratura scientifica un solo caso documentato di morte dovuta al consumo di cannabis anche ad altissime dosi.

Gli effetti psicologici della cannabis variano considerevolmente in base a svariati fattori. Tra questi in primo luogo la personalità del consumatore, le sue precedenti esperienze, il suo stato d'animo, gli stimoli dell'ambiente in cui ha luogo il consumo della sostanza.
La maggior parte dei consumatori concordano nel riferire una piacevole sensazione di benessere, accompagnata da una tendenza alla tranquillità ed alla introspezione, in cui si alternano fasi di ilarità e fasi di silenzio contemplativo. Sono inoltre frequentemente riferiti: sensazione di contentezza, aumentata convivialità, percezione soggettiva di una più intensa capacità di relazione interpersonale e di comunicazione, maggiore predisposizione all'umorismo, sviluppo di capacità immaginative, associazioni ideative e cognitive inusuali, tendenza a notare e ad analizzare nel dettaglio aspetti della realtà circostante di cui si è normalmente inconsapevoli, alterazioni nella percezione del tempo che appare rallentato, arricchimento delle esperienze sensoriali (particolarmente influenzate le percezioni uditive e gustative).
Alcuni soggetti possono sperimentare eccitazione e aumento delle energie, altri l'esatto opposto. Analogamente sono state riferiti sia potenziamento che inibizione delle capacità di verbalizzazione, delle capacità attitudinali, delle capacità di concentrazione.
Secondo il parere della maggior parte degli esperti la cannabis ha scarsa influenza sulla libido, anche se molti consumatori riferiscono un aumento del desiderio e del piacere sessuale.
Effetti meno piacevoli possono prodursi occasionalmente: paura, ansietà, depressione del tono dell'umore, irritabilità, confusione, disorientamento. In casi rari, e per lo più in soggetti con patologie predisponenti, è possibile che si sperimenti panico, perdita del controllo e veri e propri stati psicotici acuti.

Dove Butti l'Olio???

Per l'ambiente ... Sapete dove buttare l'olio della padella dopo una frittura fatta in casa?
Sebbene non si facciano molte fritture, quando le facciamo, buttiamo l'olio usato nel lavandino della cucina o in qualche scarico, vero? Questo è uno dei maggiori errori che possiamo commettere.
Perchè lo facciamo? Semplicemente perchè non c'è nessuno che ci spieghi come farlo in forma adeguata.
Il meglio che possiamo fare è ASPETTARE CHE SI RAFFREDDI e collocare l'olio usato in bottiglie di plastica, o in barattoli di vetro, chiuderli e metterli nella spazzatura. UN LITRO DI OLIO rende non potabile CIRCA UN MILIONE DI LITRI D'ACQUA, quantità sufficiente per il consumo di acqua di una persona per 14 anni. Se poi siete così volenterosi di conferirlo ad una ricicleria pubblica ancora meglio, diventerà biodiesel o combustibile.

giovedì 2 luglio 2009

Berlusconi: Quanto stiamo sopportando negli anni?!

http://www.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&v=PgUFclMkPhk&feature=fvst

http://www.youtube.com/watch?v=ZRZp-j7KJJo&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=vHq_9fJikW8&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=MP1wnZsL4_8&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=R4Sm2KVVL8E&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=yj6DoPOCou8

http://www.youtube.com/watch?v=VWd1gc_8dcs&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=U3xlvKHMifo&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=B1C9FVqImmI&feature=related

Ddl sicurezza, terza fiducia

ROMA - Il Senato ha votato il terzo voto di fiducia sul ddl sicurezza: 161 sì, 124 no, 2 astenuti. Dopo l'approvazione ieri dei primi due articoli del decreto, attesa in giornata l'ultima e definitiva votazione che trasformerà il decreto in legge dello Stato.
Con la nuova legge gli immigrati irregolari rischieranno il processo. La permanenza nei Centri di identificazione temporanea potrà toccare i 180 giorni (finora il limite era di 60), mentre i cittadini potranno organizzarsi in ronde non armate. Una pena fino a tre anni di carcere è prevista per chi affitti case o locali ai clandestini e per insulti a pubblico ufficiale. Vengono inoltre ripristinati i poteri del procuratore nazionale antimafia e inasprito il 41-bis sulla detenzione dei boss mafiosi. Rispetto ad una stesura precedente, torna l'obbligo per gli imprenditori di denunciare i tentativi di racket, pena l'esclusione dalle gare d'appalto, che scatta anche quando la richiesta del pizzo emerga dalle risultanze di un rinvio a giudizio.



Da "la Repubblica.it"

giovedì 25 giugno 2009

"Gli alleati di Berlusconi pensano ad un futuro senza di lui"

Da "La Repubblica" del 25/06/09

"Gli alleati di Berlusconi penano a un futuro senza di lui"
Dall'estero ancora critiche e analisi sulla situazione del premier
Il Financial Times sostiene di aver consultato "alte fonti governative"

Di ENRICO FRANCESCHINI



LONDRA - "Non siamo ancora al fuggi fuggi, ma importanti alleati di Silvio Berlusconi nella coalizione di governo stanno già contemplando un futuro senza di lui". E' uno scoop che in Italia varrebbe la prima pagina, quello che il Financial Times pubblica stamane, dedicando una pagina intera (la nona) al tema "il futuro di Berlusconi". Parlando con "alte fonti governative" a Roma, il quotidiano finanziario londinese raccoglie un messaggio che a quanto pare qualcuno, dall'interno del centro destra, ha deciso sia tempo di far diventare pubblico, scegliendo come megafono il giornale universalmente riconosciuto come il più autorevole e imparziale d'Europa.


"Sussurri spaventano la coalizione italiana", s'intitola la news analysis di Guy Dinmore. "Fedeli sostenitori di Silvio Berlusconi negano che si sarà un "fuggi fuggi" (in italiano nel testo originale) come conseguenza degli scandali che circondano la sua vita privata, ma importanti alleati nella coalizione di centro destra italiana stanno già contemplando un futuro politico senza il loro leader". Parlando con il Ft a condizione di mantenere l'anonimato, queste "alte fonti di governo" premettono di non credere che il 72enne presidente del Consiglio si dimetterà "presto". Eppure "ministri chiave" stanno iniziando a "posizionarsi" per l'eventualità che rivelazioni più dannose lo inducano a dimettersi. "Questo è uno scenario completamente nuovo, il panorama sta mutando", dice al quotidiano della City una delle fonti governative.

Un'altra fonte, definita "un collaboratore" di Berlusconi, dice che il governo teme che i magistrati annunceranno l'apertura di un'indagine giudiziaria formale nei confronti del premier proprio mentre egli ospiterà in Italia i leader mondiali per il summit del G8 del mese prossimo. "Paralleli vengono tracciati", osserva il FT, con il 1994, quando un tribunale inoltrò una comunicazione giudiziaria per corruzione a Berlusconi mentre il premier, all'epoca nel suo primo mandato, ospitava una conferenza internazionale sulla lotta alla criminalità: "il suo governo", ricorda il giornale, "cadde un mese più tardi, quando la Lega Nord uscì dalla coalizione".

L'articolo aggiunge che vari ministri hanno paura che le affermazioni di Patrizia D'Addario, la escort che afferma di essere andato a letto con Berlusconi a Palazzo Grazioli la notte dell'elezione di Obama, quando dice di avere foto e registrazioni del suo incontro con il premier, "si rivelino vere e dannose", o che le accuse che riguardano Giampolo Tarantini, l'imprenditore pugliese che accompagnò la D'Addario da Berlusconi, "si allarghino".


La "dinamica è cambiata", dicono le stesse fonti al FT. Primo, "c'è la sensazione che l'ambizione di Berlusconi di diventare presidente della repubblica al termine del suo mandato da primo ministro sia stata infranta". Secondo, "le elezioni europee hano dimostrato che gli elettori si stanno allontanando" dal Pdl. Infine, "l'immagine internazionale dell'Italia è peggiorata" e la Chiesa cattolica sta cominciando a "fare pressioni". Nonostante la sua reputazione di anfitrione miliardario che vizia gli amici con doni e fantastiche feste, gli alleati di Berlusconi "lo descrivono come un uomo isolato, con nessuno che si azzarda a dargli consigli". Il quotidiano londinese coglie una certa "malinconia" nell'intervista rilasciata dal premier al settimanale di sua proprietà "Chi", quando ricorda che nell'ultimo anno ha perso la madre e la sorella, oltre a sua moglie per il divorzio.

L'articolo si conclude con una suddivisione degli schieramenti all'interno del governo. I ministri la cui sopravvivenza politica dipende da Berlusconi sono i più accesi nel difenderlo: come Maurizio Sacconi (Lavoro), Claudio Scajola (Sviluppo Economico), Franco Frattini (Esteri). Le donne, incluse Maria Carfagna (Pari Opportunità) e Stefania Prestigiacomo (Ambiente), gli sono fedeli, ma nelle "attuali circostanze", ovvero nel mezzo di uno scandalo a base di call-girls e incontri con minorenni, "sono a disagio a parlare" in sua difesa. "Poi ci sono figure chiave che sono rimaste per lo più in silenzio, vedendo un futuro oltre Berlusconi, con la speranza che una successione sia ordinata". Gianni Letta, scrive il FT, sta già facendo di fatto le funzioni di primo ministro. Giulio Tremonti, il ministro delle Finanze, ha il vantaggio di stretti legami con la Lega Nord.

Ma le fonti interpellate dal quotidiano della City notano un serio ostacolo alle dimissioni del premier, a parte la sua ostinazione personale: l'immunità dalle incirminazioni, varata dalla sua larga maggioranza in parlamento, "dura solo fino a quando lui rimane in carica".

Un secondo articolo, sempre sul Financial Times, firmato da James Blitz, ex-corrispondente da Roma e ora corrispondente diplomatico, osserva che la questione critica per i governi occidentali non è tanto che Berlusconi si stia "gravemente danneggiando" a causa dei suoi legami con "modelle e starlette", non è quello che egli fa nella sua vita privata, ma se può aiutarli a risolvere i pressanti problemi con cui si confrontano gli Usa e l'Unione Europea. Per Barack Obama, Berlusconi è un leader con cui "è necessario mettersi d'accordo", e il FT cita l'impegno militare italiano in Afghanistan e la recente decisione del premier di accettare nel nostro paese alcuni detenuti di Guantanamo a testimonianza dell'importanza che l'Italia ha per Washington. "Ma Obama è chiaramente meno preso da Berlusconi di quanto fosse George W. Bush", prosegue l'articolo, rilevando come il presidente americano abbia incontrato vari leader nel suo tour europeo in aprile, ma non il premier italiano.

La minore influenza di Berlusconi sull'America "non è interamente colpa sua", afferma una fonte diplomatica consultata da Blitz: oggi in Francia e in Germania ci sono governi più pro-americani rispetto a due anni fa, e dunque gli Usa hanno meno bisogno del sostegno italiano. In più, ci sono azioni intraprese da Berlusconi che lo hanno reso "un alleato difficile". Una è la sua decisione di firmare un accordo con la Russia per portare il gas in Europa, in competizione con un gasdotto occidentale che passerà dal'Asia Centrale. "Il sostegno di Berlusconi per Putin su questo causa molta rabbia a Washington e Bruxelles" dice un diplomatico della Ue. Altri aspetti dello stile di Berlusconi che irritano gli Usa e la Ue sono "la sua ossessione di poter essere un mediatore tra Obama e il suo amico Putin" e il tentativo di stabilire un dialogo autonomo con l'Iran. Non ultima, la sua decisione di tenere il summit del G8 all'Aquila "sta provocando nervosismo" nelle capitali mondiali. Riassume il Ft nel titolo: pur alleato indispensabile, Berlusconi "sta mettendo alla prova la pazienza di Usa e Ue".

Un altro articolo di rilievo appare oggi sulla stampa britannica: una news analysis di Richard Owen, il corrispondente da Roma, sul Times, che commenta il "grande vantaggio" di cui Berlusconi dispone come proprietario e controllore politico dei media, in particolare televisivi. "Se Berlusconi dovesse dimettersi domani", comincia l'articolo, "la grande maggioranza degli italiani che ricevono le informazioni solo dalla tivù ne saprebbero poco o nulla". Owen riporta il fatto, di cui l'opinione pubblica britannica e mondiale non sono perfettamente a conoscenza, che Berlusconi possiede i tre canali televisivi di Mediaset e controlla la maggior parte dell'informazione televisiva della Rai in quanto capo della coalizione di governo.

Tra gli articoli sul caso Berlusconi pubblicati da altri giornali britannici, spicca poi la vignetta del Sun: un parcheggio pieno di limousine per il summit del G8, ciascuna con una bandierina della nazione che rappresenta sul cofano; quella italiana è letteralmente ricoperta di giovani ragazze maggiorate e seminude, che lavano la macchina brindando con calici di champagne.

giovedì 11 giugno 2009

Che referendum del ca__o

Se posso fare un appello agli italiani, non andate a votare il referendum che si terrà tra dieci giorni o, se avete il ballottaggio in comune e/o provincia, non ritirate la scheda per il referendum.

Io personalmente attenderò di vedere a metà domenica la percentuale di votanti per decidere se votare o no, ma andrò solo se nel primo pomeriggio della domenica ci sarà stato poco astenzionismo. In quel caso, valutando un probabile raggiungimento del quorum, andrò a votare un bel NO ai primi due questiti.
Io sarei per un sistema proporzionale, ma certo ognuno la vede a modo suo; quello di cui sono sicuro, però, è che un partito (o lista) che abbia vinto le elezioni con percentuali basse (magari solo il 30% o il 35% dei voti) abbia la maggioranza assoluta dei parlamentari non è giusto nè democratico.
Sono anche convinto che, per quanto il 3° quesito sia fondamentalmente accettabile, credo che sia errato l'impianto complessivo del referendum. Lo stesso non tocca infatti arcomenti più cocenti quali, per esempio, la reintroduzione delle preferenze e l'opportunità di attuare un bicameralismo perfetto.

Se astenersi alle elezioni è sbagliato, perchè si delega ad altri la possibilità di scegliere chi ci governa, non andare a votare un referendum è un segale di scelta, proprio come votare SI o NO. Astenetevi. Non votare vuol dire far capire che questo referendum è sbagliato e intile e che agli italiani interessa cambiare ben altre cose dell'attuale legge elettorale.

sabato 16 maggio 2009

Razzisti che non siamo altro

Italiani popolo di emigranti, Italiani gente aperta, Italiani popolo d'umanisti...ma dove?

Italiani popolo dalle mille rivalità, Italiani poloplo di razzisti e xenofobi.

A Siena se nn sei senese sei malvisto, e nn provarti a venire da più a sud di Grosseto se no sei anche un terrone di merda.
A Milano fanno prima, per chiarire da subito come stanno le cose stanno per far delle ordinanze speciali: posti riservati ai milanesi sui mezzi pubblici.

Se non riusciamo a essere uniti come Nazione come possiamo accettare chi viene da un altreo Paese?? Perchè dobbiamo continuare a credere che chi non è come noi è da temere o da sfruttare?
Purtroppo l'idea è oramai diffusa. l'informazione del terrore dei mezzi di comunicazione, soprattutto la TV, aiuta a dipingere gli africani asitici ed est-europei come il cancro che sta portando al declino il nostro paese. A sentire i telegiornali parrebbe che la stragrande maggioranza dei reati sono commessi da stranieri quando è vero il contrario. Per esempio, solo il 9% delle violenze sulle donne, sessuali e non, sono compiute da stranieri; questo vuol dire che 9 volte su 10 se c'è uno stupro la colpa è di un nostro connazionale.

Ci stiamo comportando esattamente come un secolo fa si comportavano con noi gli Americani quando, da migranti, sbarcavamo a Boston o a New York in cerca di un lavoro per mantenere la nostra famiglia. E' come gli Americani additavano tutti gli italiani come mafiosi e criminali, così facciamo oggi con senegalesi, nigeriani, afgani, rumeni e cinesi.
Sapete qual'è la differenza?? Un secolo in cui avremmo dovuto imparare i valori dell'uguaglianza, del rispetto e dell giustizia in cui invece, negli ultimi vent'anni soprattutto, siamo regrediti a scimpanzè ignoranti che mangiano patatine stravaccati sul divano a guardare Amici, Uomini e Donne o il Grande Fratello e che credono che Studio Aperto sia davvero un telegiornale.

venerdì 8 maggio 2009

Ebano - Modena City Ramblers

Sono nata dove la pioggia porta ancora il profumo dell'ebano Una terra là dove il cemento ancora non strangola il sole Tutti dicevano che ero bella come la grande notte africana E nei miei occhi splendeva la luna, mi chiamavano la Perla Nera... A sedici anni mi hanno venduta, un bacio a mia madre e non mi sono voltata Nella città con le sue mille luci per un attimo mi sono smarrita... Così laggiù ho ben presto imparato che i miei sogni eran solo illusioni E se volevo cercare fortuna dovevo lasciare ogni cosa Ebano... Jack O's bar, Parade hotel, from me une Ebano... Spesi tutto quello che avevo per il viaggio e per i miei documenti A palermo nel '94 eravamo più di cento giù al porto... Raccoglievo le arance e i limoni in un grande campo in collina Lavoravo fino a notte inoltrata per due soldi e una stanza nascosta Ebano... It's a long long night It's a long long time It's a long long road Ebano... Poi un giorno sono scappata verso Bologna con poca speranza Da un'amica mi sono fermata, in cerca di nuova fortuna Ora porto stivali coi tacchi e la pelliccia leopardata E tutti sanno che la Perla Nera rende felici con poco... Ebano... Jack O's bar, Parade hotel, for me une Ebano... Ebano... It's a long long night It's a long long time It's a long long road Ebano... Perciò se passate a Bologna, ricordate qual è la mia storia Lungo i viali verso la sera, ai miei sogni non chiedo più nulla Ebano...

sabato 25 aprile 2009

Il cuore palpita,
Una lacrima scende,
Nel tuo viso la luce,
Nel tuo silenzio la morte.

domenica 12 aprile 2009

Mi dispiace per l'Abruzzo ma...

Come a tutti gli italiani, credo, dispiace immensamente per ciò che è successo in Aruzzo. Il terremoto che ha distrutto L'Aquila e i paesi limitrofi, causando circa 300 morti e migliaia di feriti, è un disastro che sarà per anni ed anni ricordato.
Giustamente stampa e TV ci stanno tenendo informati su cosa accade e ci spiegano come aiutare le decine i migliaia di persone che si trovano senza casa e, magari, con familiari o amici deceduti, feriti o dispersi.
Bisogna però anche dire che la cosa sta monopolizzando un po' troppo l'informazione o, sarebbe meglio dire, lo fa nella maniera sbagliata. Tutti vedono nei servizi dei TG giornalisti zelanti lanciarsi verso il pover'uomo o la povera donna, magari in lacrime, facendo domande sciocche quanto offensive come "Ha sentito il terremoto?", "Ha avuto paura??", "Adesso come si sente?", "Ma come mai sta dormendo in macchina?", "Ah, oggi non ha mangiato niente?!...Come mai? Non aveva fame?".
Bene ha fatto il Presidente della Repubblica Napolitano, qualche giorno fa, a mandare letteralmente a quel paese i giornalisti ed altrettanto giustamente oggi ha ricordato il fatto il Presidente della Camera Fini, aggiungendo che lui non sarebbe stato "altrettanto diplomatico".
Questi atti di sciaccallaggio mediatico francamente mi disgustano.
E' proprio questo tipo di giornalismo che disincentiva la popolazione ad informarsi, che allontana la gente da una sana curiosità verso ciò che accade nel mondo. La nostra è una televisione di tragedie spiattellate in prima serata da Bruno Vespa, di Reality Show e di Tolk Show in cui lo spettacolo sono i litigi e le zuffe; una televisione in cui per diventare qualcuno basta non saper fare pressochè niente. "Vieni bella ragazzina, perchè non partecipi?! Basta che scopri gambe e tette, fai un po' la maiala, sfoggi la tua abissale ignoranza, litighi con chiunque ti sia attorno e vedrai che sarai famosa e piena di fan."

sabato 11 aprile 2009

Aragorn-Il Ritorno del Re

“Figli di Gondor, di Rohan, fratelli miei! Vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore! Ci sarà un giorno, in cui il coraggio degli uomini cederà, e abbandoneremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno!!! Ci sarà l’ora dei lupi, e degli scudi frantumati, quando l’era degli uomini arriverà al crollo, ma non è questo il giorno! Quest’oggi combattiamo, per tutto ciò che ritenete caro in questa bella terra, io vi invito a resistere uomini dell’Ovest!!!"

giovedì 19 marzo 2009

Il Papa e la Chiesa Cattolica:Il vero problema del mondo sono loro.

Pochi giorni fa Papa Benedetto XVI ha commesso un atto a dir poco riprovevole e altamente dannoso per la vita e la salute di moltissime persone.
In Camerun, nella prima tappa della sua visita all'Africa, Il Pontefice ha dichiarato difronte a telecamere e giornalisti provenienti da tutto il mondo che "L'epidemia di AIDS che si sta sviluppando nel Continente Africano non si può combattere con i preservativi", bensì con un rinnovamento spirituale e umano del ruolo della sessualità. In una terra devastata da guerre, povertà e malattie il Papa incoraggia a non usare metodi contraccettivi sicuri che possono concretamente arrestare la diffusione dell'HIV. Bisogna inoltre ricordare che un altro problema africano è quello dell'incremento demografico, che però si affianca ad una mortalità infantile resa altissima anche dalla carenza di acqua e cibo. Il preservativo, se se ne sisviluppasse la conoscenza e la diffusione, potrebbe non dico risorvere ma certo far diminuire alcune problematiche serie relative alla trasmissione di malattie sessualmente trasmissibili ed alla morte per fame d milioni di bambini.
Ancor più scandaloso, come quasi sempre accade, è il poco risalto che la maggior parte dei mezzi di comunicazione nazionali hanno dato alla vicenda e al poco clamore che certe affermazioni anno suscitato nel panorama politico. Anzi, il Presidente Silvio Berlusconi ha commentato "Ciascuno svolge la sua missione ed è coerente con il suo ruolo. Il Papa nella prevenzione dell'AIDS è coerente con il suo ruolo".
Mi pare scandaloso che nel XXI secolo ancora non si riconosca l'importanza di metodi contraccettivi quali il preservativo che eviterebbero non solo la diffusione di malattie gravissime come HIV ed Epatite C, ma impedirebbero la nascita di figli non voluti, che spesso hanno una vita difficile e talvolta breve.
Sempre più mi viene da pensare che senza le religioni il mondo sarebbe un posto migliore, ma forse il problema sono solo le persone ignoranti ed ipocrite.

domenica 15 marzo 2009

Il Vecchio ed Il Bambino

Un vecchio e un bambino
si preser per mano
E andarono insieme incontro alla sera.
La polvere rossa si alzava lontano
E tutto brillava di luce non vera.
L'immensa pianura sembrava arrivare
Fin dove l'occhio di un uomo poteva guardare,
E tutto d'intorno non c'era nessuno
Solo il tetro contorno di torri di fumo.
I due camminavano, il giorno cadeva
Il vecchio parlava e piano piangeva.
Con l'anima assente,con gli occhi bagnati
Seguiva il ricordo di miti passati.
I vecchi subiscon le ingiurie degli anni
Non sanno distinguere il vero dai sogni,
I vecchi non sanno, nel loro pensiero
Distinguer nei sogni il falso dal vero.
E il vecchio diceva, guardando lontano,
"Immagina questo coperto di grano,
Immagina i frutti, immagina i fiori
E pensa alle voci e pensa ai colori.
E in questa pianura fin dove si perde
Crescevano gli alberi e tutto era verde,
Cadeva la pioggia,segnavano i soli
Il ritmo dell'uomo e delle stagioni.
"Il bimbo ristette, lo sguardo era triste,
E gli occhi guardavano cose mai viste,
E poi disse al vecchio con voce sognante
"Mi piaccion le fiabe, raccontane altre.
"raccontane altre."

venerdì 13 marzo 2009

Pera e manganello in Università

Un ennesimo articolo tratto dal blog di Beppe Grillo (e come ripeto non sono certo un "grillino"), ma mi sembra esaustivo.

Marcello Pera scrive testi importanti, ma che nessuno legge. Questo gigante del pensiero fa il piazzista dei suoi libri dove può, anche in un luogo pubblico come l'Università di Pisa. Mentre Pera illustra il suo testo fondamentale: "Perché dobbiamo dirci cristiani" in Ateneo, i celerini manganellano gli studenti che protestano in strada. Tutto molto cristiano. Gli studenti pagano la retta universitaria, ma non possono assistere all'esibizione di Pera. Non si può criticare il senatore Pera del PDL, prima craxiano, poi psiconano, mantenuto in Parlamento da quattro legislature con i soldi dei contribuenti.In tutta Italia si picchiano ragazzi che protestano, anche in modo vile come è avvenuto a Bergamo. Così non si può continuare. Prima o poi ci scappa il morto. Nessuno deve essere autorizzato a picchiare un cittadino inerme, soprattutto se indossa una divisa. Non c'è extraterritorialità per la violenza. Invito gli studenti universitari a illustrare le loro tesi in Parlamento, inizierei da: "Perché non dobbiamo dirci piduisti e neppure mafiosi". Nel frattempo senatori e deputati noti alle Forze dell'Ordine (più di un centinaio) potrebbero ricevere opportune cariche di alleggerimento della Celere.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

"Caro signor Grillo,
sono Edoardo, ho 22 anni, studio alla facoltà di Scienze Naturali di Pisa e collaboro come free lance con il giornale toscano "il Tirreno". Venerdì pomeriggio io e un amico ci siamo recati alla facoltà di Giurisprudenza per assistere all'incontro con il senatore Marcello Pera, il quale doveva presentare un libro. L'idea era quella di provare a fare qualche domanda, ma purtroppo le cose non sono andate così. Arrivati davanti alla facoltà, ci siamo uniti al sit-in di protesta, poichè la facoltà era stata blindata. I poliziotti in tenuta antisommossa non hanno permesso a noi studenti di entrare nella facoltà e hanno intimato il dietrofront. noi abbiamo fatto un cordone non violento e, a mani alzate, abbiamo continuato a chiedere a gran voce di darci la possibilità di partecipare al dibatittito... non l'avessimo mai fatto... come potrà rendersi conto dai video, è bastato un minuto perchè gli animi dei ragazzi della celere si infiammassero. Abbiamo subito tre cariche e molti ragazzi si sono fatti male. alcune ragazze hanno ricevuto manganellate sugli arti, io ho una mano lussata e molti giovani che non conoscevo si sono ritrovati con la testa rotta... io non la chiamo per chiederle solidarietà (o forse si), ma le persone che sono finite negli scontri non erano "facinorosi", bensì giovani studenti che erano li per caso: a pensi che all'ospedale ho incontrato due ragazzi di 18 anni, due studenti calabresi che vivono a Pisa per fare l'università da nenche sei mesi, apolitici, che volevano solo assitere al dibattito.... il fatto è questo ....oltra al danno la beffa.....è vero che nel video alcuni ragazzi hanno acceso un fumogeno....ma da qui a pensare che otto poliziotti si siano feriti mi viene da ridere....io c'ero...e non sono un violento.....più sono saliti i nostri ferit, più aumentavano quelli dei poliziotti..... il fatto è che dai video si vede che siamo stati aggrediti....eppure stanno incominciando a fioccare le denunce contro di noi (resistenza???) e la stampa nazionale ha riportato solo i feriti della celere ... io sono sconvolto signor Grillo, qui è sempre peggio... se persino una città con un forte animo di sinistra come Pisa incomincia a vedere queste cose vuol dire che qualcosa è definitivamente cambiato....io la prego di rispondermi, anche solo per dirmi "non mi interessa" , la prego davvero... sono tre giorni che non dormo....
Chiedo scusa per al lettera che riporta le notizie senza né capo nè coda ma mi sento ancora molto scosso....sul sito di Pisa notizie potrà visionare i video..." Edoardo

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me acqua limpida

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio di un bianco cielo quieto.

Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrirecon sè come un talismano.

Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il suo aspetto s'insinua nella mia emoria grigia
schietto come la cima di una giovinetta palma...



di Eugenio Montale
tratto da Ossi di Seppia (1920-1927)

lunedì 9 marzo 2009

Bianca

rimango a galleggiare come cadavere di neve
attendendo il ghiaccio
che possa regalarmi arabeschi
di infinita bellezza
per una morte bella
per una morte mia.
I sorrisi del cuore
muto di gesti assenti
per la mia pelle di neve.
Bianca.

Staminali, la svolta di Obama

Il presidente americano Barack Obama ha rimosso, con un ordine esecutivo, i limiti al finanziamento pubblico alla ricerca sulle cellule staminali embrionali che erano stati decisi nel 2001 da George W. Bush. "L'America guiderà il mondo verso le scoperte che questo tipo di ricerca potrà un giorno offrire", ha detto Obama, annunciando la decisione in una cerimonia alla Casa Bianca.

A che serve impegnarsi tanto?

Ormai da molti mesi si legge sui giornali e si sente dire in televisione che questo è un periodo tragico per l’istruzione in Italia e che molte Università, anche di alto livello, si trovano in grossi problemi economici. Gli Atenei toscani, e quello di Siena in primis, non sono da meno; anzi, sono stati presi ad esempio come simbolo di un mondo, quello universitario, sempre più in crisi e in deficit di adeguati fondi, spesso per mala gestione.
Il nostro Ateneo, però, ha prontamente reagito cercando di varare un inconsistente piano di rientro, criticato persino da coloro i quali avevano contribuito a stilarlo, e con la costituzione di una commissione che ha il compito di rivedere la struttura dell’Ateneo di Siena e riordinare gli Organi di Governance.
La Commissione di Ateneo per la Modifica delle Regole di Governo, composta da circa 40 membri di cui 8 rappresentanti degli studenti, si è da subito adoperata con solerzia per dimostrare all’esterno quanto i suoi membri si impegnino per cambiare una situazione resa incresciosa da corporativismi, incompetenza dei singoli e cura di interessi particolari. Strano è che a mettere a posto le cose sono stati chiamati proprio coloro che per primi hanno causato il danno, presentando proposte innovative, talvolta totalmente astruse e molto spesso inutili o dannose; ma in fondo non c’è da stupirsi poiché, per citare il celeberrimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!”.
Per cui si decide di fare un Senato Accademico allargato di cui, probabilmente, faranno parte, al posto dei Presidi e dei rappresentanti di 4 Macro-Aree, i Presidenti delle Aree Didattico-Scientifiche (definite basandosi sul modello CUN/CIVR) che andranno a Sostituire le Facoltà e un Consiglio di Amministrazione “tecnico” composto da 7-9 membri, di cui 3 portatori di interessi esterni (un rappresentante della Fondazione MPS, un rappresentante espressione di Comune e Provincia e un rappresentante della Regione), 3 membri nominati dal Rettore e approvati dal Senato ed un Presidente (che potrebbe essere il Rettore stesso).
Noi crediamo che, a parte uno spreco di risorse, tempo ed energie, nonché un forte disorientamento in tutta la comunità accademica, la suddivisione dell’Università in Aree piuttosto che in Facoltà non porterà grandi vantaggi, se non forse quello di rendere più veloce l’acquisizione di fondi europei. In realtà una sostanziale differenza c’è tra le Facoltà e le Aree; mentre andrebbero a scomparire, difatti, i Consigli di Facoltà, in cui la rappresentanza studentesca è numericamente rilevante, si creerebbero nuovi organismi di Area dai quali, ci è già stato ampiamente detto, la componente studentesca sarebbe esclusa. Se sommiamo questo all’esclusione dal nuovo CdA, si va così a delineare una scomparsa degli studenti, diretti fruitori del servizio, dai più importanti organi di gestione, pianificazione e di controllo. Rimarremmo solo nei Comitati per la Didattica, ove si decide per lo più se accettare una richiesta di stage o di controllare il piano di studi di un ragazzo che cambia Corso di Laurea, nel Consiglio Studentesco, sempre più svuotato di ogni suo potereo, e nel Senato Accademico, in cui il conquistato voto di 3 studenti andrebbe a disperdersi come una goccia nel mare.
Quando abbiamo chiesto come mai i 18.000 studenti di questo Ateneo, con i loro oltre 30.000.000 di euro annui (circa il 16-17% degli introiti dell’Università), non sono portatori di interessi ci è stato risposto che, in fondo, i nostri non sono veri contributi, sono una tassa che paghiamo per ricevere un servizio che ha un ben più alto valore e che quindi dovremmo solo ringraziare di pagare 1.600 euro annui di tasse, perché in un Ateneo Privato pagheremmo ben di più. Ma per fortuna l’Università di Siena è ancora pubblica e quindi, se è per pagare così poco, forse potremmo anche rinunciare a qualche diritto, al diritto di dire la nostra su come sono gestiti i Corsi di Laurea, al diritto di controllare come vengono spesi i nostri soldi, al diritto di contribuire al miglioramento dell’Ateneo che da anni frequentiamo.
Vorrei però ricordare quante volte gli studenti hanno evidenziato scorrettezze e ingiustizie, quante volte gli studenti sono stati un limite per il dilagare dei tanto temuti interessi specifici e corporativi, quante volte la rappresentanza studentesca, da sempre ignorata e snobbata, abbia contribuito a migliorare o, quantomeno, a non far peggiorare l’alto livello di cui tanto l’Università si vanta.
Forse dovremmo chiederci se il debito deriva dal numero dei Consiglieri di Amministrazione o dal fatto che questi difendevano questo o quel gruppo di interessi; forse dovremmo chiederci se coloro che fanno parte del Senato Accademico ora non vi saranno anche in futuro, seppur con altro nome ed altra carica; forse dovremmo chiederci se il CdA sarà solo un organo tecnico e non politico, poiché composto da delegati e rappresentanti che saranno espressione, sempre e comunque, di coloro che già adesso sono presenti. Gli stessi volti e gli stessi nomi che erano in CdA e in Senato Accademico negli ultimi anni, gli anni della crisi, si riproporranno con cariche e deleghe diverse, ma finalmente senza il fastidioso brusio degli studenti.

venerdì 27 febbraio 2009

Ma che simpatico umorista il nostro Presidente...

...Peccato che ci faccia sempre fare la figura dei cafoni a giro per il mondo ogni volta che apre bocca. Perchè? Lo spiega questo articolo della Repubblica on-line di oggi:

"Io ti ho dato la tua donna". Era rimasta una battuta sussurrata da Silvio Berlusconi a Nicolas Sarkozy in conferenza stampa, durante il vertice italo-francese che si è svolto martedì a Villa Madama. Nessuno, o quasi, era riuscito a carpirla. Il Cavaliere aveva interrotto per qualche secondo il presidente francese mentre stava illustrando i risultati del summit.

"Io e Silvio Berlusconi - spiegava in quel momento Sarkozy - abbiamo fatto riconoscere l'omologazione dei diplomi superiori che finora non c'era...". Il premier si era allora avvicinato, pronunciando a bassa voce una frase, che immediatamente Sarkozy aveva liquidato con un sorriso imbarazzato. Il capo dell'Eliseo era tornato frettolosamente al suo discorso ufficiale, tagliando corto: "Non sono sicuro di dover ripetere".

La misteriosa battuta ha però suscitato la curiosità dei media francesi. Mercoledì sera la trasmissione serale di Canal +, "Le Grand Journal", ha tradotto il labiale di Berlusconi, ricostruendo le esatte parole. "Moi je t'ai donné la tua donna", avrebbe detto il Cavaliere mischiando le due lingue. L'allusione all'italianità di Carla Bruni come fosse un bene da esportazione non è evidentemente piaciuta a Sarkozy. E neppure ai presentatori francesi che hanno costruito sulla gaffe una serie di ironie, assegnando a Berlusconi "l'Oscar della volgarità".

La Bruni, d'altra parte, non aveva nascosto in passato il fastidio per quello che i francesi chiamano "humour déplacé", ironia fuori luogo, del premier. L'8 novembre, dopo che il Cavaliere aveva lodato "l'abbronzatura" di Obama, la first lady aveva confessato la soddisfazione di essere diventata francese.

Mi Vergono Per Loro

Ma in che Stato viviamo? A volte mi chiedo se devo andare orgoglioso o schifarmi di essere italiano. La nostra è una terra bellissima, piena di arte e di storia, dove hanno avuto i natali tra le più incredibili e geniali figure che questo mondo abbia mai visto; purtroppo è anche una terra di ipocriti, meschini, arrivisti e ottusi e con il passare del tempo la situazione stà peggiorando.
L'ipocrisia pregna la vita politica e sociale del nostro Paese, e gli esempi sarebbero molti, ma oggi ne tratterò uno in particolare; parlo di coloro che parlano di "porgere l'altra guancia" e di "amore per il prossimo", di perdono e di compassione, di "salvaguardia della Vita" e "rispetto per il dono che Dio ci ha concesso", ma che pugnalano un uomo morente. Parlo di quelle persone che, non potendo accettare che il loro pensiero non sia condiviso da tutti, si vendicano su un uomo già distrutto dalla morte di una figlia e dal cancro della moglie e che già porta con se un gravoso fardello.

Beppino Englaro assieme ad altre 13 persone (il primario Amato De Monte, un altro medico, tutti gli infermieri che hanno ruotato intorno alle tre stanze della clinica La Quiete di Udine dove Eluana veniva accudita) sono imputati con l'accusa di omicidio volontario aggravato.
Questa nuova indagine partirebbe da una serie di esposti, firmati sia da singoli che da associazioni, che hanno raccontato la storia di Eluana come se fosse la storia di un omicidio. Il fatto che ci sia stata una sentenza della Corte civile d'appello di Milano, confermata dalla Cassazione, e che fosse stato approntato un protocollo per accompagnare gli ultimi giorni di Eluana non ha mai interessato i firmatari di queste denuncie, che in nome della sacralità della vita hanno puntato il dito contro il padre di Eluana.

Credo che sarebbe stato molto più umano, molto più cristiano, lasciare che questa storia si chiudesse, senza arrecare ancora dolore ad un uomo che 18 giorni fa ha perso sua figlia dopo averla vista soffrire per 17 lunghi anni.

lunedì 16 febbraio 2009

La legge del governo sul fine vita viola i diritti umani

Questo è un articolo, a parer mio, molto interesante che ho trovato sul sito di Repubblica.

"I professori di diritto civile contestano punto per punto le aberrazioni della proposta di legge governativa.

1. Nelle ultime concitate settimane si sono verificate attorno al caso Englaro forzature istituzionali molto preoccupanti in sé e per sé, ma assolutamente inaccettabili quando si controverte di valori fondamentali della persona come il significato del diritto alla vita, la dignità dell’uomo, l’habeas corpus, il diritto all’autodeterminazione: temi che per rispetto delle radici stesse della convivenza civile in una società pluralistica richiedono di essere affrontati, in sede normativa, sulla base di approfondite e documentate conoscenze, di mediazione ed ascolto delle diverse posizioni etiche, e con procedure adatte a consentire la discussione, il confronto, la ricerca di un attento bilanciamento.

2. Ora il Parlamento sta per approvare in tempi stretti una legge in materia di direttive anticipate (c.d. testamento biologico). A quanto è dato di conoscere, la maggioranza pare intenzionata ad una discussione rapida di un testo fortemente limitativo del fondamentale diritto all’intangibilità del corpo. Verso questo obiettivo si procede a passi spediti, senza tener conto dei principi costituzionali di diritto interno e sovranazionale ed ignorando l’esigenza di rispetto di posizioni morali diverse.

3. Sembra quindi necessario richiamare alcuni capisaldi giuridici in materia:

a) La Convenzione di Oviedo, che l’Italia ha sottoscritto e di cui è stata approvata la legge di ratifica, dispone all’art 5, che “Un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato. Questa persona riceve innanzitutto una informazione adeguata sullo scopo e sulla natura dell’intervento e sulle sue conseguenze e i suoi rischi. La persona interessata può, in qualsiasi momento, liberamente ritirare il proprio consenso”. La previsione non riguarda solo le terapie in senso stretto, ma ogni “intervento nel campo della salute”, espressione più ampia che può corrispondere a quella di “atto medico”, vale a dire qualsiasi atto che, anche a fine non terapeutico, determini un’invasione della sfera corporea.
All’art 9 si prevede che “I desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell’intervento, non è in grado di esprimere la sua volontà saranno tenuti in considerazione”, ove se da un lato non si qualificano i “desideri” come vincolanti, dall’altro è evidente che il rispetto va dato non soltanto alle “dichiarazioni di volontà” (men che meno alle sole dichiarazioni solenni come l’atto pubblico) ma ad ogni espressione di preferenze comunque manifestata.

b) La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea protegge il diritto alla vita (art.2) e il diritto all’integrità della persona (art.3) nel titolo dedicato alla Dignità, che è anche il primo, fondamentale diritto della persona (art.1). All’integrità della persona, in ragione della dignità, è consustanziale il principio di autodeterminazione stabilito nel secondo comma dell’art. 2, secondo il quale “Nell'ambito della medicina e della biologia devono essere in particolare rispettati: il consenso libero e informato della persona interessata, secondo le modalità definite dalla legge, ecc.” Ancora una volta il principio non è limitato ai trattamenti terapeutici, ma riguarda la libera determinazione nel campo medico-biologico.

c) La Costituzione italiana, che tutela l’autodeterminazione all’art. 13, configura all’art. 32 il principio del consenso come elemento coessenziale al diritto alla salute, e prevede che anche nei casi in cui il legislatore si avvalga del potere di imporre un trattamento sanitario, “in nessun caso possa violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Tale dignità non può essere intesa solo in un senso affidato a criteri oggettivi, ma implica il rispetto dell’identità senza la quale cade la ragion d’essere della dignità dell’uomo.

d) Il principio che consente il rifiuto di atti medici anche benefici è un’acquisizione consolidata della giurisprudenza europea, a valle di una evoluzione che risale alla fine dell’800; e più volte si è confermato che anche di fronte allo stato di necessità il libero, consapevole, lucido dissenso dev’essere rispettato. Un tale diritto di rifiutare le terapie, anche di sostegno vitale, non ha nulla a che fare con l’eutanasia, che consiste invece in una condotta direttamente intesa a procurare la morte.

e) Egualmente estraneo all’eutanasia è il principio condiviso in bioetica e in biodiritto per cui l’interruzione delle cure, anche senza volontà espressa del paziente divenuto incapace, debba essere praticata non solo quando le cure sono sproporzionate (c.d. accanimento terapeutico) ma anche quando esse siano inutili o abbiano il solo effetto del mantenimento in vita artificiale (cfr. l’art. L 1110-5, 2° comma, del Code de la santé publique, modificato dalla L. n. 2005-370 del 22 aprile 2005 “Relativa ai diritti del malato ed alla fine della vita”, e l’art. R 4127-37 del Code de la santé publique, modificato dal decreto n. 2006-120 del 6 febbraio 2006).

Confidiamo che il legislatore italiano saprà e vorrà tenere in conto questi principi e adeguare ad essi la disciplina delle direttive anticipate, evitando di espropriare la persona del diritto elementare di accettare la morte che la malattia ha reso inevitabile, di combattere il male secondo le proprie misure e - se ritiene - praticando soltanto il lenimento della sofferenza, senza rimanere prigioniera, per volontà di legge, di meccanismi artificiali di prolungamento della vita biologica.

Il documento è sottoscritto dai seguenti Professori di diritto civile:
(in ordine alfabetico)

Guido Alpa - Università di Roma La Sapienza
Giuseppe Amadio - Università di Padova
Tommaso Auletta - Università di Catania
Angelo Barba - Università di Siena
Massimo Basile - Università di Messina
Alessandra Bellelli - Università di Perugia
Andrea Belvedere - Università di Pavia
Alberto Maria Benedetti - Università di Genova
Umberto Breccia - Università di Pisa
Paolo Cendon - Università di Trieste
Donato Carusi - Università di Genova
Maria Carla Cherubini - Università di Pisa
Maria Vita De Giorgi - Università di Ferrara
Valeria De Lorenzi - Università di Torino
Raffaella De Matteis - Università di Genova
Gilda Ferrando - Università di Genova
Massimo Franzoni - Università di Bologna
Paolo Gaggero - Università di Milano Bicocca
Aurelio Gentili - Università di Roma Tre
Francesca Giardina - Università di Pisa
Biagio Grasso - Università di Napoli Federico II
Gianni Iudica - Università Bocconi Milano
Gregorio Gitti - Università di Milano Statale
Leonardo Lenti - Università di Torino
Francesco Macario - Università di Roma Tre
Manuela Mantovani - Università di Padova
Marisaria Maugeri - Università di Catania
Cosimo Marco Mazzoni - Università di Siena
Marisa Meli - Università di Catania
Salvatore Monticelli - Università di Foggia
Giovanni Passagnoli - Università di Firenze
Salvatore Patti - Università di Roma La Sapienza
Paolo Pollice - Università di Napoli
Roberto Pucella - Università di Bergamo
Enzo Roppo - Università di Genova
Carlo Rossello - Università di Genova
Liliana Rossi Carleo - Università di Napoli
Giovanna Savorani - Università di Genova
Claudio Scognamiglio - Università di Roma “Tor Vergata”
Chiara Tenella Sillani - Università di Milano Statale
Giuseppe Vettori - Università di Firenze
Alessio Zaccaria -Università di Verona
Mario Zana - Università di Pisa
Paolo Zatti - Università di Padova

(15 febbraio 2009)

giovedì 12 febbraio 2009

Il Dalai Lama, Romanaccio D.O.C.

Oltre che il giorno della morte di Eluana Englaro, il 9 Febbraio 2009 è anche la data il cui il Sindaco di Roma Gianni Alemanno offre la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, dimostrando la vicinanza di noi Italiani al popolo Tibetano...
Ma se ben ricordo meno di un anno fa, mentre gli sportivi di tutto il mondo si preparavano per le Olimpiadi di Pechino, quando il Tibet viveva uno dei momenti più drammatici degli ultimi anni, nessuno ha voluto incontrarlo; tranne il Presidente della Regione Lombardia Formigoni, tutti hanno declinato la richiesta del Dalai Lama che aveva interpellato le più importanti figure istituzionali dello Stato per ricevere udienza sugli inumani trattamenti che l'esercito cinese riservava al suo popolo.
Ma allora era troppo pericoloso, poteva dire inimicarsi la Cina; ora invece non c'è pericolo, ormai chi doveva essere picchiato è stato picchiato, chi doveva sparire è sparito, chi doveva morire è morto e nessuno parla più della situazione tibetana. I media hanno dimenticato tutto o almeno così pare.
Beh, io non ho dimenticato e, come me, non hanno dimenticato in molti.


Eluana Englaro è morta

Eluana Englaro, che per giorni e giorni è stata sulla bocca di tutti, tre giorni fa, il 9 Febbraio, è morta. Dopo quattro giorni di interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione ha spirato, mentre politici e comuni cittadini, cristiani e laici, discutevano della sua vita.
Sono felice che, finalmente, le sofferenze di questa povera ragazza siano cessate per sempre, ma ipocritamente un po' me ne dispiaccio. Ipocritamente perchè, come nel nostro paese succede sempre, tra qualche giorno nessuno ne parlerà più e, tra qualche settimana, nessuno si ricorderà di chi era questa ragazza e di quanto suo padre Beppino abbia combattuto da solo per un diritto che tutti dovremmo avere, il diritto di dire basta alle sofferenze e alla vita.
Il dibattito politico che negli ultimi tre giorni è asceso fino a saturare l'eterere si spengerà e nessuno parlerà più di testamento biologico fin quando non ci sarà un altro cittadino che, mettendo il suo dolore in piazza, conbatterà coraggiosamente per una persona cara.
Questa è l'Italia, lo Stato del tutto e subito, lo Stato dell'apparire, lo Stato che si scalda facilmente ma che altrettanto velocemente dimentica, lo Stato laico della Chiesa, lo Stato Democratico più Oligarchico che ci sia. Forse sarebbe il caso che, per una volta, il grande fuoco non si spengesse fin quandoi nostri legislatori non abbiano deliberato sul diritto di ognuno di noi di decidere della sua vita; ma probabilmente tra poco scoppierà un altro tumulto che prenderà il posto del caso Englaro dato che, fondamentalmente, l'informazione italiana è monoematica, come un programma TV in cui si parla di ciò che fa più presa sul pubblico e che è meno scomodo per chi ci governa. Viviamo in uno Stato in cui l'informazione serve solo a distogliere e mai ad informare.
Grazie Italia.