giovedì 19 marzo 2009

Il Papa e la Chiesa Cattolica:Il vero problema del mondo sono loro.

Pochi giorni fa Papa Benedetto XVI ha commesso un atto a dir poco riprovevole e altamente dannoso per la vita e la salute di moltissime persone.
In Camerun, nella prima tappa della sua visita all'Africa, Il Pontefice ha dichiarato difronte a telecamere e giornalisti provenienti da tutto il mondo che "L'epidemia di AIDS che si sta sviluppando nel Continente Africano non si può combattere con i preservativi", bensì con un rinnovamento spirituale e umano del ruolo della sessualità. In una terra devastata da guerre, povertà e malattie il Papa incoraggia a non usare metodi contraccettivi sicuri che possono concretamente arrestare la diffusione dell'HIV. Bisogna inoltre ricordare che un altro problema africano è quello dell'incremento demografico, che però si affianca ad una mortalità infantile resa altissima anche dalla carenza di acqua e cibo. Il preservativo, se se ne sisviluppasse la conoscenza e la diffusione, potrebbe non dico risorvere ma certo far diminuire alcune problematiche serie relative alla trasmissione di malattie sessualmente trasmissibili ed alla morte per fame d milioni di bambini.
Ancor più scandaloso, come quasi sempre accade, è il poco risalto che la maggior parte dei mezzi di comunicazione nazionali hanno dato alla vicenda e al poco clamore che certe affermazioni anno suscitato nel panorama politico. Anzi, il Presidente Silvio Berlusconi ha commentato "Ciascuno svolge la sua missione ed è coerente con il suo ruolo. Il Papa nella prevenzione dell'AIDS è coerente con il suo ruolo".
Mi pare scandaloso che nel XXI secolo ancora non si riconosca l'importanza di metodi contraccettivi quali il preservativo che eviterebbero non solo la diffusione di malattie gravissime come HIV ed Epatite C, ma impedirebbero la nascita di figli non voluti, che spesso hanno una vita difficile e talvolta breve.
Sempre più mi viene da pensare che senza le religioni il mondo sarebbe un posto migliore, ma forse il problema sono solo le persone ignoranti ed ipocrite.

domenica 15 marzo 2009

Il Vecchio ed Il Bambino

Un vecchio e un bambino
si preser per mano
E andarono insieme incontro alla sera.
La polvere rossa si alzava lontano
E tutto brillava di luce non vera.
L'immensa pianura sembrava arrivare
Fin dove l'occhio di un uomo poteva guardare,
E tutto d'intorno non c'era nessuno
Solo il tetro contorno di torri di fumo.
I due camminavano, il giorno cadeva
Il vecchio parlava e piano piangeva.
Con l'anima assente,con gli occhi bagnati
Seguiva il ricordo di miti passati.
I vecchi subiscon le ingiurie degli anni
Non sanno distinguere il vero dai sogni,
I vecchi non sanno, nel loro pensiero
Distinguer nei sogni il falso dal vero.
E il vecchio diceva, guardando lontano,
"Immagina questo coperto di grano,
Immagina i frutti, immagina i fiori
E pensa alle voci e pensa ai colori.
E in questa pianura fin dove si perde
Crescevano gli alberi e tutto era verde,
Cadeva la pioggia,segnavano i soli
Il ritmo dell'uomo e delle stagioni.
"Il bimbo ristette, lo sguardo era triste,
E gli occhi guardavano cose mai viste,
E poi disse al vecchio con voce sognante
"Mi piaccion le fiabe, raccontane altre.
"raccontane altre."

venerdì 13 marzo 2009

Pera e manganello in Università

Un ennesimo articolo tratto dal blog di Beppe Grillo (e come ripeto non sono certo un "grillino"), ma mi sembra esaustivo.

Marcello Pera scrive testi importanti, ma che nessuno legge. Questo gigante del pensiero fa il piazzista dei suoi libri dove può, anche in un luogo pubblico come l'Università di Pisa. Mentre Pera illustra il suo testo fondamentale: "Perché dobbiamo dirci cristiani" in Ateneo, i celerini manganellano gli studenti che protestano in strada. Tutto molto cristiano. Gli studenti pagano la retta universitaria, ma non possono assistere all'esibizione di Pera. Non si può criticare il senatore Pera del PDL, prima craxiano, poi psiconano, mantenuto in Parlamento da quattro legislature con i soldi dei contribuenti.In tutta Italia si picchiano ragazzi che protestano, anche in modo vile come è avvenuto a Bergamo. Così non si può continuare. Prima o poi ci scappa il morto. Nessuno deve essere autorizzato a picchiare un cittadino inerme, soprattutto se indossa una divisa. Non c'è extraterritorialità per la violenza. Invito gli studenti universitari a illustrare le loro tesi in Parlamento, inizierei da: "Perché non dobbiamo dirci piduisti e neppure mafiosi". Nel frattempo senatori e deputati noti alle Forze dell'Ordine (più di un centinaio) potrebbero ricevere opportune cariche di alleggerimento della Celere.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

"Caro signor Grillo,
sono Edoardo, ho 22 anni, studio alla facoltà di Scienze Naturali di Pisa e collaboro come free lance con il giornale toscano "il Tirreno". Venerdì pomeriggio io e un amico ci siamo recati alla facoltà di Giurisprudenza per assistere all'incontro con il senatore Marcello Pera, il quale doveva presentare un libro. L'idea era quella di provare a fare qualche domanda, ma purtroppo le cose non sono andate così. Arrivati davanti alla facoltà, ci siamo uniti al sit-in di protesta, poichè la facoltà era stata blindata. I poliziotti in tenuta antisommossa non hanno permesso a noi studenti di entrare nella facoltà e hanno intimato il dietrofront. noi abbiamo fatto un cordone non violento e, a mani alzate, abbiamo continuato a chiedere a gran voce di darci la possibilità di partecipare al dibatittito... non l'avessimo mai fatto... come potrà rendersi conto dai video, è bastato un minuto perchè gli animi dei ragazzi della celere si infiammassero. Abbiamo subito tre cariche e molti ragazzi si sono fatti male. alcune ragazze hanno ricevuto manganellate sugli arti, io ho una mano lussata e molti giovani che non conoscevo si sono ritrovati con la testa rotta... io non la chiamo per chiederle solidarietà (o forse si), ma le persone che sono finite negli scontri non erano "facinorosi", bensì giovani studenti che erano li per caso: a pensi che all'ospedale ho incontrato due ragazzi di 18 anni, due studenti calabresi che vivono a Pisa per fare l'università da nenche sei mesi, apolitici, che volevano solo assitere al dibattito.... il fatto è questo ....oltra al danno la beffa.....è vero che nel video alcuni ragazzi hanno acceso un fumogeno....ma da qui a pensare che otto poliziotti si siano feriti mi viene da ridere....io c'ero...e non sono un violento.....più sono saliti i nostri ferit, più aumentavano quelli dei poliziotti..... il fatto è che dai video si vede che siamo stati aggrediti....eppure stanno incominciando a fioccare le denunce contro di noi (resistenza???) e la stampa nazionale ha riportato solo i feriti della celere ... io sono sconvolto signor Grillo, qui è sempre peggio... se persino una città con un forte animo di sinistra come Pisa incomincia a vedere queste cose vuol dire che qualcosa è definitivamente cambiato....io la prego di rispondermi, anche solo per dirmi "non mi interessa" , la prego davvero... sono tre giorni che non dormo....
Chiedo scusa per al lettera che riporta le notizie senza né capo nè coda ma mi sento ancora molto scosso....sul sito di Pisa notizie potrà visionare i video..." Edoardo

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me acqua limpida

Ripenso il tuo sorriso, ed è per me acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio di un bianco cielo quieto.

Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrirecon sè come un talismano.

Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il suo aspetto s'insinua nella mia emoria grigia
schietto come la cima di una giovinetta palma...



di Eugenio Montale
tratto da Ossi di Seppia (1920-1927)

lunedì 9 marzo 2009

Bianca

rimango a galleggiare come cadavere di neve
attendendo il ghiaccio
che possa regalarmi arabeschi
di infinita bellezza
per una morte bella
per una morte mia.
I sorrisi del cuore
muto di gesti assenti
per la mia pelle di neve.
Bianca.

Staminali, la svolta di Obama

Il presidente americano Barack Obama ha rimosso, con un ordine esecutivo, i limiti al finanziamento pubblico alla ricerca sulle cellule staminali embrionali che erano stati decisi nel 2001 da George W. Bush. "L'America guiderà il mondo verso le scoperte che questo tipo di ricerca potrà un giorno offrire", ha detto Obama, annunciando la decisione in una cerimonia alla Casa Bianca.

A che serve impegnarsi tanto?

Ormai da molti mesi si legge sui giornali e si sente dire in televisione che questo è un periodo tragico per l’istruzione in Italia e che molte Università, anche di alto livello, si trovano in grossi problemi economici. Gli Atenei toscani, e quello di Siena in primis, non sono da meno; anzi, sono stati presi ad esempio come simbolo di un mondo, quello universitario, sempre più in crisi e in deficit di adeguati fondi, spesso per mala gestione.
Il nostro Ateneo, però, ha prontamente reagito cercando di varare un inconsistente piano di rientro, criticato persino da coloro i quali avevano contribuito a stilarlo, e con la costituzione di una commissione che ha il compito di rivedere la struttura dell’Ateneo di Siena e riordinare gli Organi di Governance.
La Commissione di Ateneo per la Modifica delle Regole di Governo, composta da circa 40 membri di cui 8 rappresentanti degli studenti, si è da subito adoperata con solerzia per dimostrare all’esterno quanto i suoi membri si impegnino per cambiare una situazione resa incresciosa da corporativismi, incompetenza dei singoli e cura di interessi particolari. Strano è che a mettere a posto le cose sono stati chiamati proprio coloro che per primi hanno causato il danno, presentando proposte innovative, talvolta totalmente astruse e molto spesso inutili o dannose; ma in fondo non c’è da stupirsi poiché, per citare il celeberrimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!”.
Per cui si decide di fare un Senato Accademico allargato di cui, probabilmente, faranno parte, al posto dei Presidi e dei rappresentanti di 4 Macro-Aree, i Presidenti delle Aree Didattico-Scientifiche (definite basandosi sul modello CUN/CIVR) che andranno a Sostituire le Facoltà e un Consiglio di Amministrazione “tecnico” composto da 7-9 membri, di cui 3 portatori di interessi esterni (un rappresentante della Fondazione MPS, un rappresentante espressione di Comune e Provincia e un rappresentante della Regione), 3 membri nominati dal Rettore e approvati dal Senato ed un Presidente (che potrebbe essere il Rettore stesso).
Noi crediamo che, a parte uno spreco di risorse, tempo ed energie, nonché un forte disorientamento in tutta la comunità accademica, la suddivisione dell’Università in Aree piuttosto che in Facoltà non porterà grandi vantaggi, se non forse quello di rendere più veloce l’acquisizione di fondi europei. In realtà una sostanziale differenza c’è tra le Facoltà e le Aree; mentre andrebbero a scomparire, difatti, i Consigli di Facoltà, in cui la rappresentanza studentesca è numericamente rilevante, si creerebbero nuovi organismi di Area dai quali, ci è già stato ampiamente detto, la componente studentesca sarebbe esclusa. Se sommiamo questo all’esclusione dal nuovo CdA, si va così a delineare una scomparsa degli studenti, diretti fruitori del servizio, dai più importanti organi di gestione, pianificazione e di controllo. Rimarremmo solo nei Comitati per la Didattica, ove si decide per lo più se accettare una richiesta di stage o di controllare il piano di studi di un ragazzo che cambia Corso di Laurea, nel Consiglio Studentesco, sempre più svuotato di ogni suo potereo, e nel Senato Accademico, in cui il conquistato voto di 3 studenti andrebbe a disperdersi come una goccia nel mare.
Quando abbiamo chiesto come mai i 18.000 studenti di questo Ateneo, con i loro oltre 30.000.000 di euro annui (circa il 16-17% degli introiti dell’Università), non sono portatori di interessi ci è stato risposto che, in fondo, i nostri non sono veri contributi, sono una tassa che paghiamo per ricevere un servizio che ha un ben più alto valore e che quindi dovremmo solo ringraziare di pagare 1.600 euro annui di tasse, perché in un Ateneo Privato pagheremmo ben di più. Ma per fortuna l’Università di Siena è ancora pubblica e quindi, se è per pagare così poco, forse potremmo anche rinunciare a qualche diritto, al diritto di dire la nostra su come sono gestiti i Corsi di Laurea, al diritto di controllare come vengono spesi i nostri soldi, al diritto di contribuire al miglioramento dell’Ateneo che da anni frequentiamo.
Vorrei però ricordare quante volte gli studenti hanno evidenziato scorrettezze e ingiustizie, quante volte gli studenti sono stati un limite per il dilagare dei tanto temuti interessi specifici e corporativi, quante volte la rappresentanza studentesca, da sempre ignorata e snobbata, abbia contribuito a migliorare o, quantomeno, a non far peggiorare l’alto livello di cui tanto l’Università si vanta.
Forse dovremmo chiederci se il debito deriva dal numero dei Consiglieri di Amministrazione o dal fatto che questi difendevano questo o quel gruppo di interessi; forse dovremmo chiederci se coloro che fanno parte del Senato Accademico ora non vi saranno anche in futuro, seppur con altro nome ed altra carica; forse dovremmo chiederci se il CdA sarà solo un organo tecnico e non politico, poiché composto da delegati e rappresentanti che saranno espressione, sempre e comunque, di coloro che già adesso sono presenti. Gli stessi volti e gli stessi nomi che erano in CdA e in Senato Accademico negli ultimi anni, gli anni della crisi, si riproporranno con cariche e deleghe diverse, ma finalmente senza il fastidioso brusio degli studenti.