giovedì 12 febbraio 2009

Eluana Englaro è morta

Eluana Englaro, che per giorni e giorni è stata sulla bocca di tutti, tre giorni fa, il 9 Febbraio, è morta. Dopo quattro giorni di interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione ha spirato, mentre politici e comuni cittadini, cristiani e laici, discutevano della sua vita.
Sono felice che, finalmente, le sofferenze di questa povera ragazza siano cessate per sempre, ma ipocritamente un po' me ne dispiaccio. Ipocritamente perchè, come nel nostro paese succede sempre, tra qualche giorno nessuno ne parlerà più e, tra qualche settimana, nessuno si ricorderà di chi era questa ragazza e di quanto suo padre Beppino abbia combattuto da solo per un diritto che tutti dovremmo avere, il diritto di dire basta alle sofferenze e alla vita.
Il dibattito politico che negli ultimi tre giorni è asceso fino a saturare l'eterere si spengerà e nessuno parlerà più di testamento biologico fin quando non ci sarà un altro cittadino che, mettendo il suo dolore in piazza, conbatterà coraggiosamente per una persona cara.
Questa è l'Italia, lo Stato del tutto e subito, lo Stato dell'apparire, lo Stato che si scalda facilmente ma che altrettanto velocemente dimentica, lo Stato laico della Chiesa, lo Stato Democratico più Oligarchico che ci sia. Forse sarebbe il caso che, per una volta, il grande fuoco non si spengesse fin quandoi nostri legislatori non abbiano deliberato sul diritto di ognuno di noi di decidere della sua vita; ma probabilmente tra poco scoppierà un altro tumulto che prenderà il posto del caso Englaro dato che, fondamentalmente, l'informazione italiana è monoematica, come un programma TV in cui si parla di ciò che fa più presa sul pubblico e che è meno scomodo per chi ci governa. Viviamo in uno Stato in cui l'informazione serve solo a distogliere e mai ad informare.
Grazie Italia.

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