sabato 4 luglio 2009

Legalizzatela, Parte VI

Molte persone parlano delle "droghe" come un mix univoco di sostanze di eguale pericolosità per la salute e dagli effetti similari, senza avere reali conoscenze dell'argomento. I mezzi di informazione certo non eiutano e fanno, è il caso i dirlo, "di tuta l'erba un fascio" (cosa che un tempo facevo anche io, ma in un altro senso).
Soprattutto per quanto riguarda le droghe leggere, spesso si sente parlare di hashish o marijuana da persone che, palesemente, non sanno nè cos'è nè cosa fa. Se siete parte di questo gruppo, e non vi passa per l'anticamera della testa di farvi una canna per scoprirlo, leggete quà sotto e scoprite di cosa si parla quando dicimo cannabis.

La cannabis sativa è una pianta erbacea a ciclo annuale che cresce ottimalmente in varie aree del mondo a clima temperato. Sebbene ne esistano differenti varietà (indica, americana, africana) la maggior parte dei botanici le considera appartenenti ad un'unica specie. Le piante, che in condizioni ottimali possono superare i tre metri di altezza, si differenziano durante la crescita, in maschili e femminili.
La prima descrizione dettagliata di questa pianta la si trova in un testo di medicina cinese attribuito all'Imperatore cinese Shen Nung (2700 a.c.). Il suo uso, per scopi terapeutici, religiosi e ricreativi è diffuso al giorno d'oggi in quasi tutti i Paesi del mondo. In molti di questi l'uso è legalizzato o tollerato.
Ciò che comunemente viene definita marijuana è in genere un miscuglio di infiorescenze e foglie di cannabis essiccate. Tale preparato è anche conosciuto come ganja (India), kif (Marocco), dagga o bangi (East Africa). Viene invece comunemente denominato hashish o charas (India) la resina pressata della pianta.
I due preparati differiscono in maniera significativa quanto a concentrazione del maggiore principio attivo, il tetraidrocannabinolo (THC), essendo l'hashish mediamente cinque volte più potente della marijuana.In aggiunta a queste forme tradizionali in alcuni paesi è reperibile una soluzione alcoolica della resina di cannabis,impropriamente definita olio di hashish, in media dieci volte più concentrato dell'hashish medesimo.
Se la coltivazione avviene in condizioni ottimali sia le piante maschili che quelle femminili contengono concentrazioni psicoattive di THC. Purtuttavia, le infiorescenze delle piante femmine, specie prima della impollinazione, contengono una maggiore quantità di resina il che fa si che le cime fiorite delle piante femmine siano particolarmente ricercate e apprezzate tra i consumatori.

La marijuana viene usualmente consumata sotto forma di sigarette confezionate manualmente, comunemente denominate spinelli o canne. L'hashish viene per lo più miscelato al comune tabacco e assunto in maniera analoga. Nelle differenti culture esistono poi una varietà di pipe o strumenti analoghi utilizzate per il consumo sia dell'hashish che della marijuana. Gli effetti della sostanza quando assunta per via inalatoria sono pressocchè immediati e si protraggono, in rapporto alle dosi utilizzate, per un tempo oscillante da una ad alcune ore.
L'assorbimento attraverso il tratto gastrointestinale è altrettanto efficace ma considerevolmente più lento. L'hashish viene talora assunto per questa via sotto forma di tisane, torte o altri alimenti. Quando si utilizzi questa via di assunzione l'effetto inizia in genere dopo almeno un'ora e declina più lentamente.


Gli effetti dei derivati della cannabis comprendono: incremento della frequenza cardiaca, lieve arrossamento congiuntivale, secchezza delle fauci, aumento della diuresi. Meno comunemente sono riportati sintomi gastrointestinali quali nausea e vomito, talora diarrea. Tali sintomi sono in genere sono spesso causati dalla contemporanea assunzione di sostanze alcoliche. Alcuni studi riportano modificazioni dei livelli di glicemia e dei valori di pressione arteriosa, in genere di breve durata.
Usualmente vi è un aumento dell'appetito con una particolare predilezione per i cibi ad alto contenuto di glucosio (la così detta fame chimica). Incoordinazione motoria, atassia e tremori sono riportati in rarissimi casi quali effetto di sovradosaggio. Il sonno è in realtà l'effetto più comune del consumo di dosi elevate.
Nonostante l'ampia diffusione del consumo non esiste nella letteratura scientifica un solo caso documentato di morte dovuta al consumo di cannabis anche ad altissime dosi.

Gli effetti psicologici della cannabis variano considerevolmente in base a svariati fattori. Tra questi in primo luogo la personalità del consumatore, le sue precedenti esperienze, il suo stato d'animo, gli stimoli dell'ambiente in cui ha luogo il consumo della sostanza.
La maggior parte dei consumatori concordano nel riferire una piacevole sensazione di benessere, accompagnata da una tendenza alla tranquillità ed alla introspezione, in cui si alternano fasi di ilarità e fasi di silenzio contemplativo. Sono inoltre frequentemente riferiti: sensazione di contentezza, aumentata convivialità, percezione soggettiva di una più intensa capacità di relazione interpersonale e di comunicazione, maggiore predisposizione all'umorismo, sviluppo di capacità immaginative, associazioni ideative e cognitive inusuali, tendenza a notare e ad analizzare nel dettaglio aspetti della realtà circostante di cui si è normalmente inconsapevoli, alterazioni nella percezione del tempo che appare rallentato, arricchimento delle esperienze sensoriali (particolarmente influenzate le percezioni uditive e gustative).
Alcuni soggetti possono sperimentare eccitazione e aumento delle energie, altri l'esatto opposto. Analogamente sono state riferiti sia potenziamento che inibizione delle capacità di verbalizzazione, delle capacità attitudinali, delle capacità di concentrazione.
Secondo il parere della maggior parte degli esperti la cannabis ha scarsa influenza sulla libido, anche se molti consumatori riferiscono un aumento del desiderio e del piacere sessuale.
Effetti meno piacevoli possono prodursi occasionalmente: paura, ansietà, depressione del tono dell'umore, irritabilità, confusione, disorientamento. In casi rari, e per lo più in soggetti con patologie predisponenti, è possibile che si sperimenti panico, perdita del controllo e veri e propri stati psicotici acuti.

Nessun commento: